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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Licenziata con un messaggio perchè incinta: “Ci potevi pensare prima”

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Licenziata perchè incinta, la sua titolare le aveva mentito sulla tipologia contratto di lavoro, non le aveva mai versato un contributo né aveva potuto ricevere indennizzi di maternità dall’INPS. La storia di Silvia, 32enne di Nettuno (Roma) che lavorava in un negozio in città, è l’ennesimo racconto di cattiveria e lesione dei diritti del lavoratore. È stata licenziata, alla fine della gravidanza, tramite un messaggio su Whatsapp da parte del padre della titolare. Silvia ha fatto causa alla donna: “Pure se prendo solo dieci euro di risarcimento non mi interessa. Non è giusto che la passino liscia“, ha dichiarato a FanPage.

Ragazza incinta licenziata, aveva un contratto fasullo e nessuna maternità

Silvia si è trovata al termine della propria gravidanza senza lavoro né maternità. La titolare del negozio dove aveva lavorato per due anni le aveva mentito: le era stato detto di essere stata assunta come co.co.co, (contratto di collaborazione), ma in realtà ha scoperto solo tramite un commercialista che era stata assunta come prestazione occasionale, senza poter ricevere contributi. A fine mese doveva firmare una fattura. Stipendio di 700 euro al mese per 40 ore di lavoro settimanali, che scendeva a 500 in caso di malattia o ferie. Straordinari, chiaramente, non pagati.

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“Ci potevi pensare prima di rimanere incinta”

Silvia si è presentata dalla sua titolare dopo l’amara scoperta fatta con il commercialista riportando alla donna anche di essere incinta. La risposta è stata sconcertante: “Quando le ho detto che aspettavo un bambino, mi ha chiesto ‘e quindi, che mi vuoi dire?’. Ho voluto sapere cosa avrei dovuto fare per avere delle garanzie e la maternità, e mi ha risposto che ci potevo pensare prima di rimanere incinta. Ha poi chiuso la telefonata dicendo che prima di andarmene avrei dovuto formare una ragazza che avrebbe preso il mio posto. La cosa brutta è che a sentirmi sporca sono stata io“.

La gravidanza difficile di Silvia: il sostegno dei cari e la causa dopo essere stata licenziata perchè incinta

Da lì, messaggi di critiche, un rapporto turbolento con l’ambiente e 7 mesi di lavoro con vari rischi d’aborto, anche a causa dei sentimenti d’ansia e tensione. Alla fine della gravidanza poi, il messaggio dal padre della titolare e la rimozione dal gruppo di lavoro. Da lì Silvia ha poi contattato un avvocato, per un licenziamento più formale, ed ha addirittura ricevuto una diffida. Oltre al danno, la beffa. Adesso Silvia ha un bambino di 5 mesi e una situazione economica non florida, e può contare solo sull’aiuto dei fratelli e dei suoceri per sostenere anche la causa con la titolare del negozio.

 

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