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domenica, Aprile 28, 2024
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L’inutile e tardiva polemica sul video ‘Narcos’ di Geolier, quando Napoli si fa male da sola

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Sono due gli album pubblicati da Emanuele Palumbo, in arte Geolier, cantante ora tra i più conosciuti in Italia. Nel 2018 pubblicò uno dei suoi brani più famosi, P Secondigliano, in cui racconta la realtà di passeggiare con l’auto (un’Audi nera opaca) nel suo quartiere con oggetti di marca. L’anno dopo, nel 2019, ad appena 19 anni, incise il suo primo album dal titolo: Emanuele. L’album era prevalentemente prodotto da Dat Boi Dee, direttore artistico del progetto. Il 10 luglio 2020 il disco è stato ristampato con sei nuovi inediti e con il titolo Emanuele.

Già all’epoca c’erano collaborazioni con importanti rapper e trapper nazionali come Emis Killa, Lele Blade e Guè Pequeno. Qualcuno aveva già intuito il suo enorme talento, di certo ancora acerbo vista anche l’età.

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Un album, quello del 2019, nel quale Geolier trattava diversi temi: dall’amore al vissuto quotidiano, quello che viveva un ragazzo nato e cresciuto in periferia, precisamente nel quartiere Gescal.

Tra le canzoni c’è anche la famosa Narcos, aspramente criticata nelle ultime ore sia per il testo che per il video, in cui si vede il cantante del rione Gescal imbracciare un finto kalashnikov d’oro, mazzetti di soldi e oggetti di lusso.

Un testo che è stato aspramente criticato dai genitori di Arturo e GiòGiò Cutolo (leggi l’articolo) i quali hanno criticato il Comune di Napoli per la targa data al cantante in Comune per il suo successo a Sanremo.

Una polemica secondo noi sterile quella sollevata dai genitori, qualcuno in cerca di visibilità per papabili candidature, certamente addolorati per la scomparsa di un figlio ma che oggi c’entra bene poco visto l’evoluzione del cantante. Quando ha interpretato Narcos era poco più che maggiorenne e cantava temi che spesso si affrontano nel mondo rap e trapper, quelli della violenza, della droga, delle armi, della ghettizzazione. Basta guardare cosa hanno scritto e cantanto altri cantanti in America per esempio per rendersi conto del tipo di genere. Certamente il video di Narcos può essere equivocato o manipolato, soprattutto da una certa parte di giovani dediti a comportamenti illeciti che tendono a mitizzare questi tipi di comportamenti. Ma oltre Narcos, c’è un ragazzo di 23 anni che si sta evolvendo, anche la sua esperienza a Sanremo, per sua stessa ammissione, è stata formativa. Non ci sono dichiarazioni o altri video dove Geolier mitizza o esalta comportamenti criminali. Ricordiamo che Geolier era presente al funerale di Giovanbattista Cutolo e spesso, anche a Sanremo, ha parlato di lui.

Le parole di Geolier dopo la morte di Giògiò

“Non è possibile morire a 24 anni, nella stagione più bella dell’anno, per un parcheggio. A 16 anni nessuno dovrebbe avere una pistola. Nei quartieri i ragazzi devono cambiare mentalità e scappare da tutto questo male. Voglio dirgli che uscire soltanto per divertirsi con gli amici non è da deboli, che andare a scuola non è da scemi, che portare dei fiori a una tipa che gli piace non è una vergogna”, ha esordito.

“Io sono sempre stato come voi, capisco ogni vostra paura e il vostro punto di vista, era anche il mio fino a poco tempo fa. Non guardiamo per terra, i piedi e l’asfalto, vi assicuro che non è difficile alzare la testa e guardare in alto, il cielo, le stelle, dove tutto è bello anche se sembra inarrivabile. Anche io sono cresciuto nel rione dove parlare in italiano era da scemi, andare a scuola era da deboli. Ma il mondo non è questo”.

“É il momento che tutti facciamo il nostro perché i ragazzi cambino, a partire già da cose che possono sembrare piccole e lontane da quello che è successo due giorni fa, ma non è così. Fa tutto parte della stessa mentalità. Ciao, Giambattista, non è giusto”, ha concluso.

Sanremo, il padre di GioGiò posta una foto di Geolier col mitra: “Fuitevenne”

La consegna da parte del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di una targa personalizzata a Geolier al Maschio Angioino non è piaciuta a Franco Cutolo, papà di GioGiò, Giovambattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a colpi di pistola da un minorenne all’alba del 31 agosto scorso a Napoli.

«Fuitevenne», scrive Cutolo citando Eduardo De Filippo mentre in un altro post mette il fermo immagine del video di Geolier in «Narcos» in cui imbraccia un fucile. «Sindaco Manfredi grazie, lei è un grande», scrive in un altro post Cutolo con l’emoticon arrabbiata e disgustata.
Poche ore prima il sindaco di Napoli aveva parlto di Geolier come «espressione di una delle tante facce della nostra cultura musicale», motivo per cui «questo riconoscimento era dovuto». «A Emanuele chiederemo un forte impegno per continuare delle attività che già abbiamo avviato con lui nelle nostre periferie», ha proseguito i lprimo cittadino. «Abbiamo bisogno di testimonial per parlare al grande popolo dei giovani e mandare loro messaggi positivi utilizzando il loro linguaggio, la musica e le loro espressioni culturali. Sono molto dispiaciuto per alcune polemiche che ci sono state a Sanremo. Napoli è un luogo di grande cultura internazionale. Non cadiamo nelle polemiche e nelle contrapposizioni perché sono ragionamenti provinciali. Sono contento che Geolier abbia reagito in maniera positiva perché è anche segno di una città più matura, che non è vittima degli stereotipi ma guarda a testata alta alle sfide che ha davanti».

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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