Dopo il clamore per la morte di Ugo Russo, tanti utenti sui social stanno postando la foto del tenente Marco Pittoni. Il 6 giugno del 2008 il carabiniere morì a causa di due proiettili alla gola e all’addome, esplosi da un minorenne durante una rapina nell’ufficio postale a Pagani. Il giovane spirò nell’ospedale Umberto Primo di Nocera Inferiore dopo un’operazione chirurgica. Sono tante le testimonianze di solidarietà per il militare che sabato notte ha sparato e ucciso il baby rapinatore a Santa Lucia.
I genitori di Ugo Russo: “Il carabiniere ha fatto bene a sparare in petto a mio figlio, ma non alla testa”
Hanno parlato a
Chi l’ha visto i
genitori di Ugo Russo, il 15enne ucciso da un carabiniere a Napoli in un tentativo di rapina.
“Quando il carabiniere ha sparato il primo proiettile al petto a mio figlio ha fatto bene perché si doveva difendere. Il secondo proiettile dietro la testa non doveva farlo. Perché lo ha fatto, questo voglio sapere”, dichiara
Enzo Russo.
“Io a mio figlio non gli ho insegnato il male ma il bene. Gli altri miei figli sono educatissimi”.
La mamma aggiunge: “Vogliamo la verità, siamo rimasti senza parole quando abbiamo saputo dell’accaduto. Mio figlio ha sbagliato ma anche il carabiniere. Noi non abbiamo nessuna colpa. Abbiamo fatto tutto per i miei figli. Ugo non aveva precedenti, era un signore”, dice la mamma.
L’intervista dei genitori di Ugo Russo
Ugo Russo “non era un criminale, non è giusto definirlo così. Ha sbagliato ad aver tentato di compiere una rapina, ma non si uccide per questo motivo”. A dirlo, oltre i genitori di Ugo Russo, è Francesco, un cugino del 15enne morto. Il militare in servizio a Bologna si trovava in auto in compagnia della fidanzata. Francesco, molto legato ad Ugo Russo, si dice dispiaciuto per come suo cugino sia stato dipinto pubblicamente e sui social in queste ore dopo i fatti (e la devastazione del pronto soccorso dell’Ospedale Vecchio Pellegrini dove era giunto in condizione disperate).
Secondo quanto emerso sin qui e ricordato anche dalle dichiarazioni dei genitori di Ugo Russo la mattina seguente al tentativo di rapina in via Generale Orsini, Ugo sarebbe stato colpito una prima volta in petto e poi nella parte posteriore della testa mentre sarebbe stato intento a scappare nonostante il primo proiettile l’avesse raggiunto sul corpo. A confermare questa circostanza anche il 17 F. D. C. ritenuto il complice di Ugo Russo e interrogato lungamente dagli inquirenti nella giornata di domenica. Intanto, si attende l’esame autoptico sul corpo di Ugo Russo la cui salma si trova all’Istituto di Medicina Legale del II Policlinico.