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giovedì, Maggio 2, 2024
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Mazzocchi e Lindstrom rifiniscono, Ngonge esegue: Mazzarri batte il Verona grazie ai cambi e al “genio col 77”

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E’ tornata la “zona Mazzarri”, è tornato quel Napoli che vince le partite al cardiopalma e tenendo i tifosi col fiato sospeso fino al triplice fischio. Dopo 70 minuti più o meno pallidi, con Kvaratskhelia l’unico a provarci davvero e ad impensierire il portiere scaligero Montipò, il gol di Coppola che corona una prestazione, quella gialloblù, che fino a quel momento era stato capace di dettare legge sul prato del Maradona tenendo sotto torchio gli undici in maglia azzurra.

Mazzocchi e Lindstrom rifiniscono, Ngonge esegue: Mazzarri stende il Verona anche grazie ai cambi

Il gol del difensore veronese Coppola gela il Maradona e fa allungare i musi ai tifosi azzurri presenti sugli spalti. Sembra mettere il punto ad una partita che fino a quel momento era stata blanda, senza mai riuscire a prendere in mano il pallino del gioco e facendo prospettare l’ennesima Caporetto. Questo finché i cambi attuati da Mazzarri prima del vantaggio scaligero non decideranno di salire in cattedra cambiando, in maniera quasi inaspettata, le sorti del match.

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Al 52esimo Mazzocchi prende il posto di uno spento e nervoso Mario Rui, dieci minuti più tardi Lindstrom prenderà invece il posto di Politano e Ngonge, il grande ex di turno, subentrerà per un fumoso Cajuste. E saranno proprio i tre cambi a ribaltare le sorti della partita. Siamo al minuto 79, appena sette minuti dopo il vantaggio veronese, Mazzocchi smarca Lindstrom che salta un difensore avversario, si libera e serve Ngonge in area, che pareggia i conti complice anche una deviazione di Dawidowicz.

Fino ad arrivare al minuto 87: Mazzocchi rifinisce per Kvaratskhelia, che libera un destro di rara bellezza insaccando alle spalle di Montipò. Il Maradona esplode, i tifosi sono in tripudio, il Napoli sorpassa il Verona e si impone col punteggio di 2-1.

Il genio di Kvara il vero “man of the match”

Ma una menzione d’onore non può non andare, senza ombra di dubbio, al 77 georgiano. L’unico, dall’inizio alla fine del match, ad averci davvero provato, a trascinarsi la squadra sulle spalle e provando più volte ad accendere una lampadina in un pomeriggio, fino ad allora, buio pesto. Ci prova, ci riprova, smarca i compagni e aizza il pubblico, per poi chiuderla con una perla di rara fattura. “Kvaradisiaco”, come sentenzierà il telecronista di DAZN Edoardo Testoni, ieri alla telecronaca del match del Maradona.

Questo, invece, l’estratto del Corriere dello Sport, un po’ un riassunto della vittoria azzurra: “Lindstrom e Ngonge per Cajuste e Politano (e 4-2-3-1), però la somma delle sostituzioni emerge alla distanza, è benedizione (…) Il campo si è allungato per chiunque, Verona compreso, che non ha la panchina di Mazzarri (…)  Il Napoli invece abbonda di scelte, affronta i suoi vuoti di memoria, accetta che solo al 41′ il pallido Simeone esca per Raspadori e guarda più o meno da vicino la zona Champions, arrampicandosi sul K2 al minuto 42, sulla folgorazione di quel fenomeno: Mazzocchi la ruba a Tavsan e la appoggia sul destro di KK con Magnani distratto. Il controllo è tenerissimo, la parabola è sontuosa, il messaggio a Napoli è scontato: siate felici, finché c’è Kvara c’è speranza“.

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