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venerdì, Aprile 26, 2024
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Da Melito alla Finlandia, da studente a scienziato farmaceutico: la storia di Vincenzo

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Sempre più spesso sentiamo storie che raccontano di “figli di famiglia” andati via per studiare o lavorare. Molte volte, basta guardarsi intorno per accorgersi che molti di quei figli di famiglia sono anche nostri amici. Amici stretti. Talvolta, ci si accorge che sono più quelli che sono andati via da Napoli che quelli che hanno deciso di rimanere. La chiamano fuga di cervelli. Ma potrebbe essere rinominata semplicemente ricerca di una vita migliore. Sono certo che la storia di Vincenzo non sia stata poi così diversa da quelle che sentiamo – spesso – oggi. Vincenzo Cerullo è nato nel 1974 a Melito, provincia a nord di Napoli. «Non lontano da Scampia», come ricorda lui stesso. la storia di Vincenzo sta facendo il giro del web per il suo straordinario potere narrativo. Un ragazzo, solo e con i tasca più sogni che soldi, lascia per sempre la provincia di Napoli per poi riscoprirsi scienziato di fama internazionale, con una moglie finlandese e una famiglia autonoma.

In Finlandia, Vincenzo, non ci è finito per caso. Si, la sua compagna e attuale moglie è nata lì ma non è tutto. Nel corso dei lunghissimi anni lontano da casa, Vincenzo Cerullo si è costruito un curriculum da fare invidia a tantissimi professionisti. Ha preso la sua vita tra le mani e l’ha ribaltata completamente, trasformando ogni suo sogno in realtà. Ha studiato moltissimo. Ha avuto coraggio. Anche fortuna, ne siamo certi. Però la fortuna aiuta gli audaci e Vincenzo Cerullo lo è stato di sicuro. E’ diventato uno scienziato di fama internazionale e i suoi risultati sono universalmente riconosciuti. Dopo la laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche a Napoli, una specialistica a Houston e la fondazione di spin-off multimilionaria che ha battuto tutti i record di fund-raising (VALO Therapeutic) oggi vive e lavora come professore ordinario a Helsinki, in Finlandia. Esatto: un’università finlandese lo ha preferito ad un interno. Ma non è tutto, come racconta lui stesso.

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«Avevo 20 anni e non parlavo inglese, ogni sera piangevo al telefono con la mia fidanzata di allora ed i miei amici. Eppure la motivazione era enorme, volevo diventare uno scienziato! Ho imparato più nei miei anni a Houston che in tutta la mia vita. Mia moglie è finlandese, cercavamo un posto dove poter far combaciare lavoro e famiglia. No, non esiste Paese al mondo migliore della Finlandia per la qualità della vita. Un esempio? Negli ultimi 100 anni qui si è investito per abbassare la differenza tra ricchi e poveri. La delinquenza non esiste, non viene combattuta, non ha motivo di esserci. Anche le multe sono in base al reddito. E questa è una cosa che dopo 11 anni mi fa ancora esplodere il cervello. Noi, invece, stiamo pensando alla Flat Tax, che non ha nulla di senso civico. È cominciato così il percorso con quella banda di scalmanati che è il mio gruppo di ricercatori.
Sono in 20, di cui 12 italiani. Ci vediamo ogni mattina alle 9 per un caffè in laboratorio e ci confrontiamo su quali siano i nostri esperimenti da sogno. Penso che confrontarsi così aiuta gli studenti a pensare fuori dall’ordinario, a stimolare la creatività. Sì, perché oggi abbiamo la possibilità tecnica di fare tutto, per questo dobbiamo porci i problemi giusti. Anche perché la ricerca medica nel mio caso costa quasi 10mila euro al giorno ed è mio compito renderla produttiva e sostenibile. Eppure, oggi, sento di dovere qualcosa alla Finlandia. Ha creduto in me. Il futuro? Avevo un sogno: lavorare in un laboratorio dove io ero il peggiore. E qui ci sono studenti che a 20 anni hanno lasciato fidanzate, amici e comodità. Ogni giorno imparo qualcosa da loro. Il mio sogno, insomma, si è avverato».
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