E’ detenuto in regime di isolamento al carcere duro da oramai 8 anni, ma come ha dichiarato ultimamente non ha nessuno intenzione di pentirsi, “piuttosto muore”. E’ Michele Zagaria, l’ultimo capo dei Casalesi. Ma come riporta il giornale Il Riformista in un articolo (leggi qui il pezzo completo) il super boss non se la passa poi così tanto bene.
Lo psichiatra del carcere dove è detenuto gli prescriveva antidepressivi e ansiolitici ma da qualche tempo quel medico non si fa più vedere. Zagaria, come dice il suo avvocato,vorrebbe lavorare, fare qualcosa, anche pulire la cella, ma non gli viene concesso nessun permesso, anche a causa dei suoi ultimi comportamenti in cui ha dato in escandescenza, durante i colloqui e nel processo. “Sono murato vivo. Sto impazzendo. Fatemi lavorare, fatemi fare qualcosa. Non m’è permesso? Fatemi almeno pulire la cella da solo”. Questa, dice l’avvocato Di Furia, è la richiesta constante del detenuto Zagaria ma non solo. Zagaria ha trascorso il 90% del tempo degli ultimi otto anni praticamente da solo, senza nessun detenuto che gli facesse compagnia, tranne che per 4 mesi in cui ha avuto accesso all’ora d’aria per due ore al giorno insieme ad altre persone (due persone).