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sabato, Aprile 27, 2024
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“Morte davvero atroce”, la sentenza sugli omicidi di Tullio e Peppe

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Sono andati incontro “a una morte davvero atroce” Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, i due ventenni di Portici uccisi a Ercolano, la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2021, dal camionista Vincenzo Palumbo, che riteneva fossero due ladri.

Lo scrivono i giudici della prima Corte di Assise di Napoli (presidente Teresa Annunziata) nelle motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 16 marzo l’autotrasportatore è stato condannato all’ergastolo.

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Quella notte Palumbo sparò almeno sette proiettili calibro 40 contro la Fiat Panda sulla quale viaggiavano Pagliaro (alla guida) e Fusella (lato passeggero) due dei quali hanno raggiunto i ragazzi alla testa.

Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato di parte civile Maurizio Capozzo, legale della famiglia Pagliaro, “per la minuziosa e puntuale ricostruzione ancorata a valutazioni giuridiche ineccepibili e insormontabili”.

“PERCEZIONE DISTORA DELLA REALTA'”

La Corte di Assise, nel sottolineare la mendacità delle dichiarazioni dell’imputato ha anche voluto escludere l’ipotesi che abbia avuto “una percezione distorta della realtà”. In sostanza aveva ben compreso cosa stesse succedendo. “Alcun rilievo – aggiunge – può assumere poi la circostanza che si sia trattato di una condotta d’impeto e non preordinata considerando la violenza e l’efferatezza dell’azione che… non è stata certo esaurita nell’esplosione di uno o due colpi ma si è protratta il tempo necessario a esplodere una raffica di proiettili, per di più seguendo la traiettoria di movimento del bersaglio, dunque con rafforzata determinazione di conseguire il risultato dell’abbattimento degli occupanti”.

In sostanza, Palumbo ha ucciso e voleva uccidere, secondo i giudici che ritengono peraltro “riprovevole” il suo comportamento dopo i fatti contestati: “ben consapevole degli effetti della sua azione, avendo udito i lamenti provenire dall’abitacolo e avendo sicuramente constatato la presenza del sangue… ha atteso lungamente prima di comunicare il fatto alle forze dell’ordine e allertare i soccorsi”.

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