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venerdì, Aprile 26, 2024
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Napoletani scomparsi in Messico, Di Maio sotto accusa: “Se ne frega di loro”

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 “A livello internazionale abbiamo avuto l’attenzione di chiunque. Dispiace invece, che il nostro Stato se ne sia disinteressato quasi da subito e il motivo è un mistero per noi”. A parlare è Claudio Falleti, avvocato dei familiari di Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre italiani scomparsi in Messico, a Tecalitlan, nello stato di Jalisco, di cui non si hanno notizie dal 31 gennaio 2018. “Addirittura il ministro di Maio un paio di mesi fa, durante una conferenza stampa sul possibile rientro di Chico Forti, ha dichiarato che non ci sono altri italiani rapiti all’estero: non ricorda neppure la vicenda dei nostri connazionali napoletani”, ritiene l’avvocato ai microfoni di iNews24.it. I punti chiave del processo, per Falleti, sono “innanzitutto la diretta confessione dei poliziotti al momento dell’arresto e dell’interrogatorio. Poi abbiamo un audio inviato via Whatsapp in cui uno degli scomparsi dice: “Francesco, ci ha fermato la polizia e ci ha detto di seguirli”.

Poi si è spento il telefono. Russo ha chiamato la polizia e la poliziotta (imputata ndr.) prima gliel’ha confermato, poi l’ha smentito”. Dopo qualche mese dalla scomparsa è stato arrestato Jose Guadalupe Rodriguez Castillo, alias El 15 “per essere implicato nella sparizione degli italiani, perché durante dei controlli sono stati trovati dei telefoni dove c’erano dei file audio che lo mettevano in comunicazione con un soggetto terzo non identificato, dove si diceva: “Abbiamo con noi questi italiani di nome Russo, cosa ne facciamo?” e lui risponde: “Ciò che ne volete”. Questo capo cartello è stato messo in libertà dopo sei mesi, nonostante questa accusa, e adesso è presuntamente morto in uno scontro a fuoco. Secondo noi è stato ucciso ed avrebbe avuto a libro paga la polizia municipale”.

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Infine “sono state ritrovate due automobili che gli scomparsi avevano a noleggio in Messico per lavorare, abbandonate in una specie di officina. Sono state riconosciute perché c’erano il Gps e le targhe. Insomma, c’è una confessione, ci sono le intercettazioni telefoniche, il ritrovamento delle auto: nulla fa protendere per un’assoluzione”.

Falleti ritiene che la storia di Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino sia stata dimenticata dalle istituzioni:  “Ho fatto diverse comunicazioni via pec al ministero, sia direttamente al ministro che ad altri vicini a lui. Alcuni mi hanno risposto, ma il ministro in persona non ha mai speso una parola di vicinanza nei confronti della famiglia o di speranza sul prosieguo dell’attività investigativa, che comunque va avanti perché in Messico il mio collega Joaquin Esparza Mendez porta avanti l’attività legale. L’unico ministro degli Esteri che si è interessato è stato Angelino Alfano, che ci ha accolto in Farnesina due volte. Dopo di lui, nessuno”.

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