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venerdì, Aprile 26, 2024
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Un nome falso per Ciro Contini: “Così lo abbiamo aiutato quando era latitante”

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Un giovane boss è riuscito a sfuggire alle manette grazie ad un’alleanza tra i clan di camorra che si è estesa dal centro di Napoli fino a Napoli est. Protetto da una rete di fiancheggiatore Ciro Contini, venne, però, catturato dai carabinieri nel maggio del 2016 a Pescopagano. Il pentito Tommaso Schisa avrebbe ammesso di aver curato la latitanza di ‘o Nirone con l’appoggio dei suoi familiari in un verbale d’interrogatorio risalente al novembre 2019.

Schisa ha iniziato a collaborare con la giustizia nel settembre del 2019 e per i magistrati è stata un’importante voce di dentro che ha parlato delle dinamiche delle famiglie Schisa-De Luca Bossa-Minichini, proprio il clan di Ponticelli avrebbe stretto un’alleanza anche con i Rinaldi: un accordo nato in nome dell’avversione ai Mazzarella.

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I LEGAMI DI CIRO CONTINI

Il collaboratore di giustizia ha raccontato anche degli espedienti utilizzati da parte del suo gruppo per proteggere la latitanza del nipote di Eduardo ‘o Romano:La mia famiglia ha favorito la latitanza di Ciro Contini nell’anno 2016. Io l’ho ospitato a Marigliano nell’abitazione di fronte alla mia. Come ho già detto, durante le nostre conversazioni, ci riferivano a Ciro Contini con l’appellativo di Alessandro e – o cugino”.

Dopo aver chiarito i legami con il clan Sibillo, essenzialmente in nome del nemico comune al clan Mazzarella, Schisa ha spiegato di aver favorito la latitanza del reggente della paranza dei bambini che comandò dopo la morte di Emanuele e l’arresto di Pasquale. Schisa avrebbe ricevuto dal nipote di Eduardo informazioni confidenziali in merito dell’omicidio di Luigi Galletta grazie al loro rapporto fiducia, infatti, il collaboratore di giustizia ha rivelato di essere stato alleato edamico fraterno di Ciro Contini.

I NUOVI DETTAGLI

I dettagli sulla fuga di Contini sono contenuti nel recente provvedimento emesso dal gip Giovanna Ciervo in merito all’omicidio Galletta. Il 21enne meccanico, che non aveva alcun legame con la camorra, venne assassinato il 31 luglio 2015 per essersi rifiutato di rivelare il luogo dove si nascondeva il cugino Luigi Criscuolo, finito al centro della faida di camorra tra il clan Buonerba e il clan Sibillo.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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