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sabato, Aprile 27, 2024
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Omicidio choc nel carcere in Italia, detenuto uccide il compagno di cella mentre dorme

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Roberto Molinari, 58 anni, stava dormendo nel letto della sua cella in carcere quando il suo compagno di detenzione, Roberto Gervasio, 48 anni, lo ha colpito ripetutamente al volto e sulla testa forse con uno sgabello fino a sfondargli il cranio. Non è chiaro al momento il movente del delitto, forse una lite pregressa tra i due detenuti, entrambi persone senza fissa dimora.

Non ci sono segni di colluttazione nella cella, a confermare che Molinari probabilmente non ha fatto nemmeno in tempo a difendersi da una rabbia cieca quanto probabilmente improvvisa.

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Violenza in carcere

La vittima era in carcere per un cumulo di pene dovuta a piccoli reati mentre l’assassino era in misura cautelare dopo una resistenza a pubblico ufficiale. Era stato portato a Marassi perché anche lui era senza un domicilio fisso.
Un detenuto italiano di circa 60 anni è stato rinvenuto senza vita nella sua cella nel carcere di Marassi, a Genova. Le prime informazioni indicano che il personale della Polizia Penitenziaria ha scoperto il corpo con segni evidenti tumefazioni sul volto e sul capo, sollevando il sospetto di un omicidio perpetrato dal suo compagno di cella, anch’esso italiano. Le indagini sono in corso, con il coinvolgimento del pubblico ministero e del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.

Allarme sicurezza negli istituti penitenziari italiani, non solo a Genova  

Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ha commentato questo tragico evento, sottolineando che, se confermato, questo rappresenterebbe il secondo omicidio all’interno dei carceri italiani quest’anno. De Fazio ha evidenziato la persistente emergenza nel sistema carcerario, che ha visto 51 suicidi e 64 decessi per altre cause nel 2023, portando il totale dei decessi a 116.

“Per il dettato costituzionale i carceri dovrebbero rappresentare il tempio delle regole e della risocializzazione. Questa tragedia mette in luce l’urgente necessità di affrontare l’emergenza nel sistema penitenziario”, ha dichiarato il sindacalista. Ha elencato problemi come sovraffollamento, carenza di personale, mancanza di tecnologie ed equipaggiamenti adeguati e disorganizzazione diffusa.

L’appello finale del Segretario Generale è stato per una riforma completa del sistema di esecuzione penale, a partire da quello che riguarda la detenzione all’interno dei muri delle carceri.

“Tutto ciò acclara la perdurante emergenza penitenziaria, sotto gli occhi di tutti tranne che del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Governo Meloni. Occorre fermare la carneficina e mettere in sicurezza i carceri mediante un decreto-legge che, con procedure d’urgenza e al di là delle fantasiose e difficilmente praticabili idee agostane del Guardasigilli, si occupi di deflazionare la densità detentiva, prevedere immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, potenziare gli equipaggiamenti e le strumentazioni e di dare impulso a una riorganizzazione complessiva dell’intero apparato d’esecuzione penale, a cominciare da quello inframurario” ha concluso.

 

 

 

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