Innocent Oseghale rimane l’unico indiziato per l’omicidio di Pamela Mastropietro, la giovane diciottenne uccisa a Macerata lo scorso anno. Un crimine per cui il nigeriano continua a professarsi innocente; eppure una testimonianza diretta potrebbe confermare le responsabilità di Oseghale.
La testimonianza, riportata dal settimanale Giallo, è quella dell’ex boss della mafia calabrese e attuale collaboratore di giustizia Vincenzo Marino. I due sono stati reclusi nella stessa cella nel carcere di Ascoli Piceno, per circa due settimane. Lì il nigeriano avrebbe confidato i suoi reati: «Mi ha detto di aver ucciso Pamela perché si era rifiutata di avere un rapporto sessuale a tre con lui e Desmond (Desmond Lucky era uno dei tre sospettati dell’omicidio Mastropietro, poi rilasciato, ndr), e aveva minacciato di raccontare tutto alla polizia – ha raccontato Marino ai Carabinieri -. Non solo. In cella Oseghale mi ha anche confidato di essere uno dei capi della mafia nigeriana in Italia, incaricato di fare da collegamento tra la cellula criminale presente a Padova e quella di Castelvolturno, in provincia di Caserta. Lui aveva il compito di trovare nuovi adepti e di gestire lo spaccio e la prostituzione. Un giorno mi ha perfino detto: “Ti do centomila euro se testimoni che sai che Pamela è morta di overdose. I soldi arriveranno da Castelvolturno, tramite gli avvocati”».