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Racket per gli Abbinante, arrivano le condanne per i ras del Monterosa e di Soccavo

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Sono arrivate le condanne anche se non la stangata che la Procura voleva. Si è concluso oggi il processo di primo grado a carico di esponenti del clan Abbinante di Scampia, coadiuvati da ras della mala di Soccavo, protagonisti di una clamorosa estorsione (da circa 500ma euro) a Qualiano. Il gup del tribunale di Napoli ha condannato Francesco Abbinante a sei anni e otto mesi di reclusione. Meglio è andata a Francesco Pio Esposito, Donato Cacace, Maurizio Cicala, Luigi Estatico e Renato Pugliese condannati a 4 anni. I difensori dei ras sono riusciti a limitare i danni nonostante le pesanti accuse a carico dei loro assistiti. Esposito era difeso da Domenico Dello Iacono che difendeva anche Donato Cacace. L’avvocato Giuseppe Perfetto difendeva invece Maurizio Cicala, Luigi Estatico e Renato Pugliese (quest’ultimo in coppia con l’avvocato Bruno Carafa).

Estorsioni da 500mila euro

I destinatari del provvedimento cautelare, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dalla vicinanza al gruppo criminale degli Abbinante di Scampia, avevano richiesto alle vittime tangenti estorsive per un ammontare di 500mila euro oltre a tre appartamenti. Queste minacce estorsive si sono protratte per circa 6 mesi e sono culminate nell’incendio doloso dei locali di un’attività di rivendita avvenuta a mezzanotte del 19 aprile 2024.

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Il blitz contro il gruppo di Scampia

Nel corso dell’operazione, condotta da personale della Squadra Mobile e del Commissariato Scampia, furono sequestrate anche due pistole con relativo munizionamento, rinvenute nell’abitazione di uno degli indagati.  «Dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Queste le minacce proferite da Francesco Abbinante, figlio del capoclan Guido Abbinante, ai titolari dell’azienda di autoricambi con punti vendita a Giugliano e Qualiano, che avrebbero dovuto versare al giovane ras 500mila euro. I soldi non sono mai stati consegnati ed ecco che è iniziato il calvario degli imprenditori fino alle fiamme appiccate al locale lo scorso aprile. Dalla lettura dei capi di imputazione si apprende che a dare il via all’escalation di violenza sarebbe stato proprio Abbinante che il 9 ottobre 2023 si sarebbe presentato nel negozio di autoricambi minacciando uno dei titolari: «Tutto quello che fate qua, passo una volta al mese, mi dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Stessa scena pochi mesi fa quando Pugliese, Cicala ed Estatico, esponenti del clan Grimaldi di Soccavo, minacciavano il titolare chiarendo «di essere venuti a nome di Guido Abbinante, il quale pretendeva 500mila euro e due appartamenti».

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