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martedì, Marzo 19, 2024
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Ragazzo disabile costretto dai compagni a fare da ponte umano nel ruscello: video choc fa il giro del web

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Uno studente disabile di 14 anni è stato umiliato e costretto dai suoi compagni di classe a fare da ponte umano, durante una gita, sdraiandosi nelle acque di un ruscello per permettere a tutti di attraversare senza bagnarsi neanche le scarpe. Una vicenda inquietante, non solo per le immagini diffuse sul web da alcuni studenti divertiti, ma anche per tutte le gravi negligenze e responsabilità che ci sono dietro.

L’episodio risale allo scorso martedì, ed è avvenuto in Canada, ma le prepotenze di bulli disumani andavano avanti già da un pezzo. Il 14enne B.C., affetto dalla nascita da paralisi cerebrale, da tempo era vittima dei bulli, sempre pronti a ridere e ad approfittare della sua disabilità.

 Come riporta il Chronicle Herald, e dal sito Leggo, la vicenda era nota da tempo, anche agli stessi vertici della scuola, dopo che il ragazzino si era sfogato e aveva raccontato tutte le vessazioni subite ai genitori. Nessuno, però, aveva mosso un dito.

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Per far prendere provvedimenti alla scuola è stata necessaria una vera e propria ondata di rabbia suscitata dalla diffusione del video dello studente disabile costretto a immergersi nell’acqua fredda e a fare da ponte umano per i suoi compagni di scuola. Nel filmato si vedono studenti, maschi e femmine, saltare sulla schiena del povero ragazzino per superare il ruscello, con risate di sottofondo e, addirittura, un compagno di classe che gli tira una pietra.

A pubblicarlo, come denuncia, è stato un uomo, amico dei genitori del 14enne. «Chi lo conosce sa che è disabile dalla nascita: dovrebbe essere aiutato, invece viene umiliato. Provo schifo e vergogna a vedere dei ragazzini così giovani che si comportano in modo così crudele, pubblicando anche tutto sui social per divertimento» – si legge nel post su Facebook – «Lo dico chiaramente ai genitori di questi ragazzini: avete fallito, guardate che generazione avete tirato su. Servono genitori presenti, non amici assenti».

La vicenda, riportata anche da media esteri come 20minutos.es, alla fine ha costretto la scuola, fino a quel momento sorda di fronte alle proteste dei genitori dello studente disabile, a prendere provvedimenti sospendendo gli alunni che sono stati riconosciuti nel video.

Una giustizia tardiva e parziale (molti, magari non immortalati nel filmato, l’avranno fatta franca) che sa di beffa e che lascia agli studenti una lezione di vita, di fondo, assolutamente sbagliata: se c’è un problema, lo si risolve solo se non si riesce a nasconderlo sotto un tappeto o se diventa inevitabilmente un potenziale danno di immagine.
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