Il Tribunale ecclesiastico partenopeo segna il record nazionale per la Regione; in un anno i ricorsi ai matrimoni sono aumentati del 10 per cento.
Nel corso del 2023 sono aumentate le richieste di nullità di matrimonio presso il Tribunale ecclesiastico interdiocesano partenopeo. Dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia e dove si registra un forte calo di richieste dovute alla diminuzione dei matrimoni in generale.
Aumentano i matrimoni annullati
Il dato è stato annunciato dal vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico partenopeo, padre Luigi Ortaglio: “Negli ultimi 3 –4 anni il nostro Tribunale ha avuto un numero di cause presentate che si è sempre aggirato intorno alle 135 unità. Nel corso del 2023 sono state incardinate 150 cause, quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente. Erano 137 nel 2022 e 127 nel 2021. Una conferma che il summenzionato trend del Nord Italia non ha ancora contagiato le regioni meridionali“.
Inoltre grazie alla Riforma del procedimento canonico introdotta dal pontefice nel 2015 (il m.p. MIDI): “Non è più necessario che un provvedimento di primo grado sia ratificato da un tribunale di appello alla data attuale, una sentenza dichiarativa della nullità di un matrimonio canonico, avverso la quale non è interposto appello nei termini di legge, diventa esecutiva“.
Le parole del vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico partenopeo
“È doveroso analizzare l’aumento delle pratiche incardinate e definite, che fa riferimento al grave difetto di discrezione di giudizio (53 affermative e 20 negative) ed all’incapacità ad assumere gli obblighi essenziali del matrimonio per cause di natura psichica (21 affermative e 16 negative). Sta di fatto che, se fino al 2020 i motivi principali per i quali si chiedeva il riconoscimento e la dichiarazione di nullità del matrimonio canonico appartenevano alla categoria della simulazione, alla data attuale quest’ultima è stata praticamente raggiunta a livello numerico dai casi di incapacità, registrando un aumento dei casi di nullità dovuti alla fragilità psicologica dei coniugi, con un ricorso a periti psichiatri e psicologi“.
Pare che, tra le varie motivazioni, il Covid ha certamente inciso sulla fragilità psicologica delle coppie perché questo dato si conferma ormai negli ultimi anni. A questo si aggiunge la durata media della convivenza coniugale sempre più breve.
