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venerdì, Aprile 26, 2024
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Renato Zero: “Amo i napoletani perché hanno firmato un patto con la vita”

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Parole al miele quelle spese da Renato Zero per i napoletani in una lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera: “Amo i napoletani perché hanno firmato un patto con la vita: non sono gelatinosi, statici. Dovessi presentare un italiano all’estero manderei un napoletano“. Il cantante romano si è quindi lasciato andare a racconti della sua vita.

“Quando ero piccolo abitavamo nel centro storico, via Ripetta racconta Renato Zero –. In casa tre zii scapoli, mia nonna Renata, le mie tre sorelle, mio padre, mia madre, io, il nostro pastore tedesco femmina che mi portava a spasso. Non era un appartamento grande ma c’eravamo accampati bene. D’inverno ci si faceva caldo uno con l’altro. Respiravamo Romanella sua entità più profonda. Non avevamo il bagno in casa, ma sul ballatoio. E i signori che avevano messo gli occhi su questa Roma dalle grandi prospettive edilizie dissero a tutte le famiglie come la nostra: ‘Se andate in periferia c’avete pure il servizio dentro casa’. Appena ci siamo mossi hanno ristrutturato gli appartamenti del centro mettendoci otto bagni… a noi ne sarebbe bastato uno. Ma abbiamo lasciato una matrigna e abbiamo trovato una madre, la borgata“.

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Nel 1973 arriva poi la svolta per la carriera di Renato Zero. Quell’anno esce infatti il suo album di esordio No! Mamma, no!. “Quel disco annunciava che sarei stato uno dalle mille facce – spiega ancora il cantautore romano – . La maschera era un elemento di greci e latini, la preferivano alla diplomazia, al falso istituzionale, perché dava vita a un gioco in cui si può mettere alla prova l’intuito. Quando vedo uno che non riesco a decifrare mi viene voglia di guardargli dentro per capirlo. Io dell’apparenza sono stato vittima ogni volta che mi volevano affibbiare un’etichetta solo perché guardavano la confezione“.

Con Sophia Loren. Avevo festeggiato all’Argentario il compleanno di Trovajoli che si presentò a casa mia con una magnum di champagne. Poi a settembre ci ritrovammo a cena da lui per celebrarlo di nuovo. C’erano la moglie Maria Paola, Sophia e sua sorella, Gianni Battistoni e io. Quando sono arrivato ho visto Sophia e Armando in giardino, su una panca che bisbigliavano. Erano due amici che si stavano raccontando la vita. Una serata meravigliosa, abbiamo parlato del rincaro degli spinaci e dell’afa“, chiude Renato Zero.

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