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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Ritorni, facce nuove, bocciature e ‘parenti di’: l’analisi sul voto a Villaricca

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La voglia di normalizzazione è stata il refrain di tutti i candidati alle ultime elezioni Amministrative. Ex consiglieri, assessori e sindaci sono rimasti spiazzati, non tanto dal dissesto finanziario scongiurato negli ultimi Bilanci approvati, ma dallo scioglimento del Comune di Villaricca per infiltrazioni camorristiche .

La relazione redatta della Commissione d’Accesso, inviata in città dalla Prefettura, ha fatto emergere un sistema di connivenze tra politici, funzionari e dipendenti. Il clan Ferrara-Cacciapuoti era cresciuto come una metastasi all’interno della macchina comunale riuscendo a bloccare anche le funzioni primarie.

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Un sindaco super partes

A fronte del doppio commissariamento i politici locali e quelli aspiranti hanno cercato un candidato sindaco che potesse garantire legalità ed esperienza, poiché i fari della Prefettura resteranno ancora accesi sul Comune di Villaricca anche nei prossimi anni. Probabilmente per questo motivo le due grandi coalizioni hanno scelto come leader due personalità super partes: il magistrato Franco Gaudieri, già sindaco dal 2011 al 2016, e l’ex prodiano Nicola Campanile, anche lui ex fascia tricolore che amministrò la città dopo il penultimo scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Invece Luigi Sarracino ha voluto presentarsi con due liste di centrodestra dopo le sue esperienze da consigliere comunale passate in opposizione alle precedenti amministrazioni.

Ritorni, facce nuove, bocciature, ‘parenti di’ 

Da una prima analisi degli eletti saltano all’occhio alcuni ritorni in Assise, esclusi i nomi già citati, come quelli degli ex consiglieri Rosario Albano, Rocco Ciccarelli, Antonio Cacciapuoti, Tobia Tirozzi, Giovanni Napolano, Francesco Maisto e Giuliano Granata. Tra i volti nuovi spicca quello di Umberto Di Vivo che è riuscito ad ottenere ben 802 voti, risultando il più votato.

Sorprende l’assenza dall’aula di Mario Molino, passato da candidato sindaco in pectore a secondo dei non-eletti nella sua lista Napoli Nord. Fuori dai giochi anche l’ex consigliere Nello Chianese, in corsa anche lui nella lista Napoli Nord, primo dei non eletti. Delusione anche per Tommaso Di Nardo, primo dei non-eletti nella lista PER di cui è stato il fautore, e l’ex assessore della giunta Punzo Loredana Granata, terza dei non eletti nel Pd.

Spiccano anche i nomi di Salvatore Coscione, figlio di Giuseppe, unico eletto nella lista Unione Democratici Cristiani e Simona Ferrante, eletta con la civica Gaudieri sindaco e figlia dell’ex assessore Enzo. Il caso dei due giovani neo-consiglieri non è stigmatizzare tout court perché il nepotismo è, purtroppo, una prassi della società italiana in molti ambiti. Ora bisognerà capire se Gaudieri, nella formazione della giunta, sceglierà solo assessori tecnici oppure pescherà anche tra i primi eletti nelle liste, facendo scattare così i seggi per i primi non eletti.

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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