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venerdì, Aprile 26, 2024
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Protesta operai licenziati a Pomigliano: «Ronaldo 400 milioni, a noi calci nei…»

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“Per Ronaldo 400 milioni… Agli operai solo calci nei coglioni”. Così un manifesto affisso sul muro di recinzione dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco dagli esponenti dei Si Cobas.  E dai cinque ex operai della stessa fabbrica, il cui licenziamento è stato sentenziato dalla corte di cassazione nelle scorse settimane. Uno degli ex operai indossa una maglia con la foto di un manichino ‘impiccato’ con la testa di Ronaldo e la scritta. “400 milioni presi dalle tasche degli operai? No grazie. La faccio finita”.

“Noi siamo quelli che ti paghiamo”, si legge ancora sul manifesto. “Come tifoso non posso che essere contento dell’acquisto di Ronaldo. Potrebbe rappresentare un’opportunità anche per Torino. Certo che parliamo di compensi economici totalmente fuori misura, e anche immorali, rispetto ad esempio a quanto guadagna un operaio di Fca. Circa 1.600 volte in più”. dice Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese. (ANSA)

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Un nostro articolo del 6 giugno

Protesta contro la FCA Pomigliano. Ha minacciato di darsi fuoco sotto casa del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio. L’autore del gesto disperato è uno dei 5 operai della Fiat di Pomigliano D’Arco. La Cassazione ha dato oggi l’ok per il licenziamento del gruppo di lavoratori.

LA PROTESTA

Si tratta di Mimmo Mignano, il quale, accompagnato da un altro dei licenziati, si è cosparso la testa di benzina e si è incatenato davanti all’abitazione di Di Maio. Le Forze dell’Ordine hanno bloccato l’uomo e lo hanno soccorso. Il Ministro non era presente in casa, poiché impegnato nel dibattito parlamentare alla Camera sulla fiducia al governo Conte.

FINTO SUICIDIO MARCHIONNE

L’operaio ha chiesto l’intervento del leader dei 5 Stelle a seguito della decisione della Cassazione in merito al licenziamento dei dipendenti Fiat che inscenarono il funerale dell’Amministratore Delegato Sergio Marchionne. E’ datata 5 giugno 2014 la protesta dei 5: impiccarono un manichino con le sembianze del top manager davanti ai cancelli dello stabilimento di Pomigliano D’Arco.

L’OK AL LICENZIAMENTO

I lavoratori coinvolti furono licenziati. La sanzione confermata dal Tribunale di Nola però fu annullata dalla Corte d’Appello di Napoli, che ordinò il reintegro in azienda del gruppo. A seguito dell’annullamento del provvedimento l’impresa fece ricorso, accolto oggi dalla Suprema Corte.

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