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venerdì, Aprile 26, 2024
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Sant’Antimo, dimensionamento della scuola Giovanni XXIII: scoppia la polemica

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Ennesima polemica a Sant’Antimo per il dimensionamento previsto per la  scuola media Giovanni XXIII.

Il sindaco Aurelio Russo ha difeso la sua scelta e commentato così la vicenda su Fb:

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“Ho ricevuto, su whatsapp, un messaggio registrato da quella che sembra una docente della scuola media Giovanni XXIII, inviato a tutti i genitori di quella scuola, in merito alla organizzazione di un flash-mob per protestare contro la chiusura di quella scuola. Premetto che il diritto di protesta è sacrosanto ed è garantito a tutti, ma a me non piace che qualcuno “interpreti” le mi intenzioni e diffonda notizie non vere, per aizzare gli animi.
E che tutto questo venga, per giunta, strumentalizzato dalla politica locale. 
Intanto voglio precisare, come ho già fatto, che la Giovanni XXIII, non solo non sarà chiusa, ma sarà ricostruita nuova con criteri moderni ed a norma antisismiche nei prossimi anni. Non credo che a nessuno possa mai dispiacere. Per il resto e tanto premesso, la mia è una proposta di riorganizzazione della scuola cittadina, alla luce della RIDUZIONE DELLA NATALITÀ degli ultimi anni.È una proposta posta nelle forme corrette, coinvolgendo nella discussione i dirigenti e gli istituti, dai quali, per la verità, mi aspettavo ben altra qualità di discussione, che non solo: chiude questa scuola, oppure si sposta questo Dirigente, oppure ancora non voglio fastidi.La verticalizzazione necessaria agli istituti comprensivi, per garantirne funzionalità e continuità, nei quali tutti dovrebbero essere presenti scuola materna, elementare e media, (non larvali) e che nell’astrusa riforma del 2012, non era affatto rispettata, con la mia proposta, invece, viene garantita.

C’è una proposta organizzativa praticabile alternativa alla mia? Ben venga!Questo mi aspettavo dalla discussione; ma non mi si venga a dire: non decidiamo nulla. 
Aspettiamo che un istituto scenda sotto la soglia così, di ufficio, sarà abbinato ad un altro.Rivendico il diritto, anzi il DOVERE di programmare la scuola cittadina, discutendone con tutti, senza che commissari o provveditorati decidano al nostro posto.Perché, con la sciagurata delibera del 2012, (contro cui nessuno parlò) noi abbiamo determinato queste condizioni e noi dobbiamo risolverle.Infine, completando istituti di scuola elementare con quelli di scuola media, il rimescolamento del corpo insegnante sarebbe minimo, per cui ogni bambino o ragazzo continuerebbe a mantenere i propri.Così è successo nel 2012 quando la Nicola Romeo fu riunita alla Pietro Cammisa e non mi sembra siano successi disastri.In ultimo, una proposta di dimensionamento non è contro legge, anzi la segue; perché le linee di indirizzo regionali, indicano con precisione i casi in cui è necessario procedere. E questo è uno di quelli.Spero ancora che la discussione sia riportata nel giusto ambito della programmazione e smetta di essere strumentalizzata dagli interessi di pochi e dalla politica locale”.

La replica della minoranza

“Speravamo che una certa visione  autoritaria e intollerante di amministrare la cosa pubblica fosse stata già ampiamente consegnata alla storia ma con il sindaco di Sant’Antimo Aurelio Russo dobbiamo ricrederci visto che non solo vuole decidere nel chiuso delle sue stanze quale scuola santantimese debba chiudere (la storica e prestigiosa Giovanni XXIII) e quali invece debbano rimanere aperte ma pretenderebbe anche che tanto la politica, quanto i docenti e le famiglie ne restassero fuori”. Lo afferma il consigliere comunale Corrado Chiariello, coordinatore dei consiglieri di opposizione di centrodestra del Comune di Sant’Antimo commentando le proteste del comitato spontaneo nato da un’iniziativa dei genitori degli alunni iscritti all’Istituto santantimese Giovanni XXIII a rischio chiusura.
“Credo non sfuggano a nessuno le mille contraddizioni di questo indifendibile uomo solo al comando che non sa più a quale social media rivolgersi e che non esita ad accusare e biasimare docenti, mamme e consiglieri di opposizione di ammutinamento, peraltro criticando dapprima una delibera del 2012 sugli accorpamenti ma portandola poi ad esempio per tutti. Sant’Antimo di tutto ha bisogno fuorché di tuttologi presuntuosi. Alla nosta cittadina basterebbe e avanzerebbe semplicemente un bravo amministratore dotato di quel minimo di onestà intellettuale tale da fargli riconoscere che il tema del calo demografico, con quel che ne consegue nel mondo della scuola, era già stato affrontato e risolto dalla precedente amministrazione. Il nostro smemorato di Collegno dimentica, infatti,  ma comprendiamo bene il perché, che proprio in virtù del calo demografico che arriva oramai da lontano, e che investe l’intero sistema Italia, la precedente amministrazione, seguendo principi di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità, ha responsabilmente accorpato alcuni istituti, dismesso alcune aule, riconvertito plessi fatiscenti e programmato quegli investimenti, che come già abbiamo avuto modo di dire, speriamo che quella attuale, ma poco ci crediamo, sappia valorizzare”.
“Confermo e ribadisco: peggiore iattura per la nostra città non poteva capitare”, conclude Chiariello
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