Lo scrittore Roberto Saviano, attraverso un post sul suo profilo Facebook, ha voluto commentare l’inizio del suo 17esimo anno sotto scorta. Un post in cui ricorda come tutto è iniziato, dopo la pubblicazione del libro Gomorra, diventato poi un bestseller e fonte d’ispirazione prima dell’omonimo film e successivamente della serie tv andata in onda su Sky.
Saviano che a metà novembre sarà tra l’altro chiamato a processo per le diffamazioni contro Giorgia Meloni a Piazza Pulita, risalenti al dicembre 2020.
LO SFOGO DI SAVIANO: “LE MAFIE DECIDONO CHI VIVE E CHI MUORE”
Queste le parole di Saviano circa la ricorrenza: “Inizia oggi il mio diciassettesimo anno sotto scorta. Penso a tutte le persone che mi sono state accanto, che mi hanno difeso da quella che è la frase più assurda che si possa pronunciare: “Se davvero avessero voluto ucciderti, saresti già morto”. Sapete cosa significa? Che le mafie sono onnipotenti, che sono loro a decidere chi vive e chi muore. Non è così. Si è protetti per continuare a vivere e a lavorare.
Penso a dove tutto è cominciato, a quando tutto è cominciato… Penso alle ultime parole del libro che mi è costato la libertà, “Gomorra”. Sono ancora quelle le parole che dico oggi a chi vorrebbe ridurmi al silenzio: “Maledetti bastardi, sono ancora vivo!”