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domenica, Aprile 28, 2024
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Il serial killer che spaventò Napoli, la storia del ‘Mostro di Marechiaro’

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La terrificanti vicende di Jeffrey Dahmer sembrano appartenere solo ai lontani e violenti Stati Uniti d’America, invece, una storia analoga è stata vissuta anche all’ombra del Vesuvio. Andrea Maria Rea nacque nel 1956 in una famiglia dell’alta borghesia partenopea. Fu un serial killer a sfondo sessuale che uccise e face a pezzi le sue vittime. Già nel 1983 fu arrestato per violenze sessuali condotte contro una turista finlandese ad Ischia.

Dopo quell’episodio violento la famiglia lo fece internare in una casa di cura dove incontrò la sua prima vittima, Anna Bisanti. Nel 25 dicembre del 1983 Rea convinse la 27enne napoletana a salire sulla sua auto, dopodiché la uccise con un coltello, la chiuse in un sacco che gettò in mare. Per entrambi gli episodi venne internato. Un altro grave episodio accadde nel 1987 quando violentò una sua cara amica.

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IL SERIAL KIILER A NAPOLI: L’OMICIDIO DI SILVANA ANTINOZZI

Sì, l’ho uccisa io. Perché? Ma lei voleva uccidere mio padre…! E poi io e i miei due amici abbiamo il compito di purificare il mondo dalle donne. Certo, da tutte le donne ma soprattutto da quelle come lei….”, questa la confessione di Rea riportata alla fine degli anni ’80 da La Repubblica in merito all’omicidio di Silvana Antinozzi. La schizofrenia di Rea apparve confermata, la stessa che provocò i precedenti internamenti nel manicomio giudiziario.

L’omicida confermò al magistrato di aver preso il coltello nella cucina a casa dei genitori e d’essere andato da Silvana, entrambi ricoverati in una clinica.  Dunque il 3 settembre del 1989 prima legò le mani della donna, le tappò la bocca con un cerotto, la stese sul letto e, infine, la uccise a colpi di arma da taglio. Inoltre Rea tagliò a pezzi il cadavere con un coltello da prosciutto, sistemandolo poi il corpo in una valigia. Il cadavere venne ritrovato su spiaggia a Marechiaro. Dopo l’efferato delitto fuggì a Nizza in treno, ma lì fu fermato in stato confusionale da alcuni poliziotti e portato in clinica. Il Mostro di Posillipo si mise subito in contatto con i genitori a Napoli, che lo convinsero a costituirsi alla polizia di frontiera.

LE CONDANNE DOPO GLI OMICIDI

Alla fine delle vicende processuali il serial killer napoletano venne dichiarato schizofrenico e paranoico ragioni per le quali venne internato in un manicomio giudiziario. Fu condannato a 10 anni per l’omicidio Antinozzi e 5 anni per quello Bisanti.

Il 23 febbraio 2003 il Mostro di Posillipo lasciò l’ospedale Filippo Saporito di Aversa dove venne rinchiuso nel 1999. Usufruendo di un permesso premio, invece di andare a trovare i genitori salì su un treno per Milano ma venne rintracciato dalle forze di polizia meno di 48 ore dopo. Oggi il sessantenne Rea vive in provincia di Caserta in una REMS, Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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