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Ha firmato il “patto di corresponsabilità” la maggior parte dei genitori della scuola media Alpi-Levi di Scampia. L’appello del comitato territoriale Magma, dunque, non è riuscito a convincere le mamme e i papà degli alunni, che hanno preferito accogliere la richiesta della preside Rosalba Rotondo che nei giorni scorsi aveva impedito l’ingresso a scuola di Lino, il ragazzino di 13anni che indossava le treccine, e di due fratellini di 12 e 11 anni che esibivano jeans strappati. “Non ho molto da dire, soltanto che la scuola è la casa dei ragazzi. Siamo stati al Festival di Venezia, al San Carlo. Vorrei che i giornalisti parlassero di questo”.
A contestare la mediadicità del caso anche diverse docenti della Alpi-Levi, che pare non aver apprezzato il lavoro meramente informativo dei cronisti. “Le regole ci vogliono, lo sappiamo che la preside è rigida sull’abbigliamento. Forse, però, sul caso di Lino e dei due ragazzini con i jeans strappati si è esagerato”. Rispetto all’anno scorso, il regolamento sottoscritto è ancora più ferreo con il divieto assoluto per i ragazzi di indossare piercing, orecchini (per i maschi) shatush, trecce capelli colorati, tacchi alti, infradito.
Ma qualche genitore che per ora non ha firmato c’è, come ad esempio quelli dell’intera III C. La decisione è stata presa dopo un confronto tra le mamme e con gli attivisti del comitato Magma. “Vogliamo prima leggerlo bene a casa prima di firmarlo”. Tra queste Maria, la mamma dei due ragazzini ai quali è stato negato l’ingresso in classe nei giorni scorsi per i jeans strappati e la mamma di Lino. A quanto pare, gli alunni i cui genitori non firmeranno il patto di corresponsabilità sarebbero poi invitati a cambiare scuola.
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