22.4 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

Terremoto ad Arzano, si pentono Pietro e Pasquale Cristiano: le prime dichiarazioni ufficiali ai magistrati

PUBBLICITÀ

Una notizia che circolava da diverso tempo, ma che è diventata ufficiale solo pochi giorni fa a seguito delle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti. Ci sono i primi verbali, le prime dichiarazioni destinate a scatenare profondi movimenti tellurici nella mala dell’area nord portando con sè uno sconvolgimento negli assetti criminali dei principali gruppi della zona. Pietro e Pasquale Cristiano, padre e figlio, a capo del famigerato gruppo delle palazzine della 167 di Arzano, hanno deciso di collaborare con la giustizia. Da assoluti padroni della cittadina alle porte di Napoli a pentiti.

I due ‘Pitstik’ (questo il loro soprannome) hanno deciso da settimane di compiere il ‘grande passo’. I due Cristiano hanno avvisato i magistrati, innescando tutto l’iter burocratico che coinvolgerà giocoforza anche le loro famiglie.

PUBBLICITÀ

E’ il 31 maggio scorso quanto Pietro Cristiano annuncia la sua volontà ai magistrati. 

“Confermo la volontà di collaborare con la giustizia e preciso che ho chiesto alla Polizia Penitenziaria di restare nel Reparto dove sono allocato per il timore di ritorsioni. Nel reparto hanno i telefoni cellulari e comunicano con l’esterno. Stamattina, nel corso dell’interrogatorio di mio figlio Pasquale erano tutti nella stanza a chiedermi perché non tornava dopo tanto tempo. Sono stato detenuto dal marzo 2018 fino al 20.5.2020 per il reato di estorsione, per il quale sono stato assolto perché non l’ho commessa. Voglio specificare che ho sempre fatto parte del clan della 167 di Arzano fin dalla sua nascita e fino al mio arresto. L’ho fatto per proteggere mio figlio, ma poi progressivamente ne sono entrato a far parte. Ho una lista di tutte le estorsioni commesse (sia mensili che in occasione delle festività). Per un periodo di assenza di mio figlio, appena scarcerato, ho di fatto retto il clan come persona di fiducia”.

Queste le prime dichiarazioni di Pietro Cristiano. Stessa decisine è stata presa anche dal figlio Pasquale. I due hanno già rilasciato diverse dichiarazioni su omicidi, agguati ed estorsioni.

I due sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare nell’ultimo maxi blitz che ha interessato i gruppi della zona lo scorso 25 aprile (leggi qui l’articolo). Ventisette provvedimenti a carico dei capi e dei colonnelli del gruppo arzanese. Gruppo poi scissosi tra i Cristiano-Mormile e i Monfregolo dopo la guerra interna che ha caratterizzato gli ultimi mesi, faida poi ‘esportata’ anche nei centri vicini.

Guerra tra Arzano e Fratta, la cacciata dei Cristiano e il patto tra Monfregolo e Landolfo

Una guerra per procura. Così potrebbe essere definito lo scontro che da mesi sta caratterizzando l’hinterland di Napoli e in particolare i comuni di Arzano, Frattamaggiore e Frattaminore. Una guerra ‘esportata’ poi trasformatasi un vero e proprio scontro senza esclusione di colpi. C’è una data precisa da cui partire: il 4 gennaio di quest’anno. E’ quello il giorno in cui Giuseppe Monfregolo termina la sua detenzione assumendo la decisione di rompere l’alleanza con i Cristiano-Mormile. Una tensione che porterà mi secondi ad allontanarsi da Arzano.

La morte di Salvatore Petrillo

Episodio eclatante di tale frattura si era verificato qualche mese prima, a novembre 2021, quando furono esplosi da ignoti numerosi colpi di arma da fuoco nei confronti di alcuni frequentatori del Roxy Bar di Arzano, episodio a seguito del quale si verificava la morte di Salvatore Petrillo, nipote prediletto di Pasquale Cristiano. Quella morte ha rappresentato l’origine di una vera e propria faida arrivata fino a Frattamaggiore e Frattaminore. Monfregolo decise di rompere la storica alleanza scontento della gestione delle casse del clan operata dagli alleati. La sua decisione di cacciarli dalla 167 di Arzano esporterà la guerra nei comuni limitrofi.

L’asse tra Cristiano e Mormile

La ricostruzione di questi ultimi mesi è contenuta nell’ultimo decreto di fermo che eseguito dai carabinieri della compagnia di Giugliano (guidati dal capitano Andrea Coratza) a carico di sette persone indicate come facenti parte del gruppo criminale operante a Frattaminore. Vincenzo Mormile, cognato di Pasquale Cristiano, è appunto residente a Frattaminore e qui gli episodi di violenza sono iniziati proprio a partire da gennaio 2022 grazie all’operatività di Pasquale Landolfo, storico referente del boss Francesco Pezzella ‘pan e ran’ per Frattaminore nonchè alleato dello stesso Monfregolo. Secondo le ultime informative Landolfo, in seguito proprio alla rottura dei rapporti tra Monfregolo e i suoi ex alleati, avrebbe intrapreso una serie di ritorsioni nei riguardi proprio di Mormile e di soggetti a lui legati, i quali, a loro volta, avrebbero reagito con altre risposte violente verso il gruppo di Landolfo.

La rivalità tra Landolfo e Mormile

Quest’ultimo sarebbe stato protagonista di una sfilata armata per le strade di Frattaminore  lo scorso 18 gennaio: in quella occasione Pasquale ‘o zannut (come viene chiamato), a capo di un gruppo di centauri (tutti con volto coperto da caschi integrali), e l’unico a volto scoperto, avrebbe voluto appunto lanciare un monito agli avversari dei Mormile rivendicando la sua forza intimidatrice sul territorio. Episodio seguito da una sparatoria contro l’abitazione di Vincenzo Mormile lo scorso 2 marzo: in quell’occasione le forze dell’ordine repertarono ben quattro bossoli.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Rischia di annegare in piscina a Ischia, bimba salvata in extremis da bagnino e personale medico

Oggi pomeriggio i carabinieri della stazione di Casamicciola terme sono intervenuti all’interno di un parco termale dove per cause...

Nella stessa categoria