Dinnanzi alle recenti scosse di terremoto avvenute a Napoli, in particolare presso i Campi Flegrei, si dibatte su come sia più opportuno agire.
“Bisogna tenersi pronti per l’evacuazione”
Per il momento al fine di tutelare la sicurezza delle persone e la salvaguardia del territorio è idea condivisa dai cittadini e da alcuni studiosi quella di evacuare gli edifici localizzati nell’area di Agnano-Solfatara. E’ proprio in quelle zone che, in effetti, i rischi risulterebbero più alti. Si procederà, poi, con un’attenta analisi dei territori e della stabilità proveniente dagli edifici al fine di valutare la vulnerabilità delle fondamenta nel caso in cui insorgesse un terremoto distruttore.
L’intervento del vulcanologo Giuseppe De Natale
Dinnanzi ad una parziale ed apparente negligenza da parte della politica lo scienziato napoletano, Giuseppe De Natale, decide di provvedere mediante un intervento mirato.
Il vulcanologo, nonché dirigente di ricerca dell’istituto nazionale di geografia e vulcanologia, già direttore dell’osservatorio vesuviano, invia una missiva elettronica al prefetto. Dopo la sollecitazione la Prefettura ha disposto la segnalazione alle autorità competenti. Sarà la protezione civile ad approfondire e a decretare un’ipotetica condizione di emergenza da fronteggiare.
Il terremoto e le preoccupazioni degli scienziati
Ad allarmare notevolmente il vulcanologo sono le continue scosse, circa quaranta, che si ripetono durante il giorno. Secondo alcuni studi, pubblicati su importanti riviste scientifiche, De Natale arriva alla conclusione che le scosse aumenteranno per intensità e numero. E’ sulla base di questi moventi che il ricercatore, resosi conto di queste condizioni già in passato, aveva informato i vertici del proprio istituto (Ingv) del fatto che la sismicità nell’area flegrea sarebbe aumentata sia in frequenza che in magnitudo massima. Al fine di sventare qualsiasi disastro o rischio ipotetico, secondo il vulcanologo sarebbe il caso di intervenire con un’azione di mitigazione del rischio sismico con una verifica a tappeto della vulnerabilità degli edifici in un’area di 20 chilometri. Il modo migliore per iniziare questa pratica sarebbe quello di partire dagli edifici strategici : Scuole, ospedali e uffici pubblici.
I tentativi ignorati
Dopo aver esposto considerazioni in merito ai dati attuali, il vulcanologo fa un passo indietro, specificando che le sue intenzioni non sono finalizzate a scavalcare altri ruoli né tantomeno ad invadere mondi che non lo riguardano. Dopo questi chiarimenti, giustifica l’invio della missiva rivelando di non aver avuto mai riscontro per cinque anni. Ad oggi la questione risulta molto più complessa, il livello di magnitudo massima è arrivato a 3.8, oltre questa soglia si rischia il cedimento e il collasso degli edifici nei pressi dell’epicentro sismico, esattamente lo scenario che De Natale aveva previsto nel 2018 senza ricevere riscontro.
L’intervento del direttore dell’osservatorio Vesuviano
“I parametri sismici, messaggeri di un terremoto violento sono tenuti continuamente sotto controllo. Dalle analisi appurate, i dati inerenti ai Campi Flegrei non dimostrano tensioni o particolari condizioni per un intervento immediato con evoluzioni a breve termine. Tutti i rapporti segnalati dall’osservatorio vengono inoltrati al dipartimento della protezione civile. Sussisterà un progressivo sollevamento della terra ma le analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dell’area centrale di Pozzuoli”.
