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venerdì, Aprile 26, 2024
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‘Tesori del metrò’ di piazza Municipio, navi romane nell’acqua dolce

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Nel 2004, a piazza Municipio, durante gli scavi per la costruzione della metropolitana, furono ritrovate quasi intatte due navi di epoca romana lunghe 11 metri. “Repubblica” ha riportato le sorprendenti immagini esclusive dei due reperti , che dopo essere rimasti per millenni in acqua, a tre metri sotto il livello del mare, sono ritornati a bagno in due grandi vasche d’acqua dolce, all’interno di un capannone costruito apposta nei depositi della metro a Piscinola.

I relitti delle due imbarcazioni rientrano nella categoria dei “legni bagnati”, la cui conservazione, peraltro molto rara, deve avvenire in un ambiente umido. Per fortuna, la falda acquifera presente in piazza Municipio (zona del ritrovamento dei relitti), ha favorito la protezione dei legni antichi che compongono questi straordinari reperti dell’antica Roma nel corso dei secoli, fino alla data dello scavo. L’ unico modo per far sì che le due navi romane non deperiscano, in attesa delle fasi definitive del restauro, è l’immersione delle stesse in delle vasche, che vengono svuotate e riempite ogni due settimane e regolate alla temperatura costante di 8 gradi da un impianto di raffreddamento. I due eccezionali beni del patrimonio storico-artistico ereditato dall’antica Roma sono salvaguardati dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza e da un servizio di vigilanza all’ingresso del deposito. I legni in resina a forma di scafo sono perfettamente visibili attraverso l’acqua che li copre.

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Tra il 2003 e il 2005, nel corso degli scavi del metrò di piazza Municipio, sono state ritrovate sette barche. Solo la più piccola tra queste si trova in fase di restauro all’Istituto centrale di Roma. Le altre sono tutte conservate in particolari vasche refrigerate, ma solo due, le ultime rinvenute nel 2004, sono state sollevate intere, inserite in un guscio di vetroresina, a sua volta collocato in una struttura d’acciaio. “Si trattò di una vera e propria festa popolare con le istituzioni e i cittadini” – ricorda Daniela Giampaola, funzionario responsabile del centro storico di Napoli per la sezione archeologica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio di Napoli – poichè sono stati pochi in Italia i rinvenimenti simili.

I capannoni di Piscinola custodiscono migliaia di tesori archeologici, tutti destinati all’esposizione in un museo dedicato, forse nei pressi della stazione metropolitana di Municipio, la cui realizzazione del progetto non è stata ancora concretizzata. L’avvio del progetto di restauro di tutti gli altri relitti è stato reso possibile dall’Istituto centrale del Mibact grazie a stanziamenti ministeriali pari a 400.000 euro. “Sono previsti anche fondi del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) per la costruzione del parco archeologico dove saranno esibiti i resti di tutte le epoche emersi dallo scavo del metrò” – conclude l’archeologa Giampaola. Nel 2005, al Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) è stata realizzata una mostra di alcuni dei reperti in questione, intitolata “Stazione Neapolis: I Cantieri dell’archeologia, poi riallestita nel 2014, al momento chiusa.

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