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domenica, Aprile 28, 2024
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Scandalo al tribunale di Napoli Nord, arrestato cancelliere: marche da bollo e soldi spariti

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Arrestato un cancelliere della Procura di Napoli Nord per peculato. L’accusa che ricade su di lui lo incolpa per l’appropriazione illecita di marche da bollo e di soldi versati per acquistarle.

Le azioni illecite del cancelliere della Procura di Napoli Nord

Gli elementi sui quali gravano, come prove queste azioni illecite, sono le marche da bollo ‘riciclate’ e i soldi spariti. In merito alla manifestazione di simili irregolarità, risulta essere colpevole il cancelliere del Tribunale di Napoli Nord per peculato. Si è occupata dell’arresto, avvenuto durante la giornata di oggi, la Guardia di Finanza di Aversa. Il cancelliere adesso si ritova agli arresti domiciliari secondo l’ordinamento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale presso la stessa procura della Repubblica di Napoli Nord.

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Accusato di peculato

Sulla base delle indagini condotte, il cancelliere della Procura di Napoli Nord presso l’ufficio Trattamento Informatico Atti Processuali (TIAP) avrebbe agito illegalmente sfruttando le possibilità a sua disposizione. L’uomo avrebbe infatti usufruito della propria carica al fine di beneficiare delle marche da bollo che non avrebbe apposto o talvolta ristaccato dai fascicoli. L’intervento del cancelliere pare, però, che non si sia fermato qui. Egli si è infatti servito anche di somme di denaro che gli avvocati versavano per acquistare le stesse marche, che poi avrebbe rivenduto. Sulla base delle dichiarazioni rilasciate dagli inquirenti il mensile che il cancelliere guadagnava ammonterebbe a 6500 euro.

Ulteriori prove

In relazione all’arresto del cancelliere di Napoli, avvenuto durante la giornata di oggi, è emerso un altro elemento significativo. Questo fattore che ha sottolineato ulteriormente la sua colpevolezza è determinato da un sequestro preventivo di 92mila euro in somme liquide ed altri 47mila euro in buoni postali. Non a caso il giudice ha analizzato una concreta contraddizione patrimoniale tra il reddito lecito del cancelliere e i suoi beni accumulati.

 

 

 

 

 

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