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sabato, Aprile 27, 2024
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Uno, nessuno, centomila. Il Napoli pirandelliano di Ancelotti unica vera antagonista della Juve

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‘Uno, nessuno, centomila’. Il titolo del famoso romanzo di Luigi Pirandello calza a pennello per descrivere questo Napoli 2018 2019 firmato Carlo Ancelotti. Nonostante un curriculum di tutto rispetto, il mister di Reggiolo è entrato con umiltà ed in punta di piedi sia nell’ambiente partenopeo, depresso per l’amaro finale di stagione e l’epilogo litigioso tra Sarri e De Laurentiis, sia nell’assetto tattico sarriano. Un meccanismo perfetto che Ancelotti ha saputo cambiare poco alla volta senza perdere l’efficacia. Una rivoluzione dolce, insomma, in perfetto stile ancelottiano da normal one, che fa della concretezza e della pacatezza le sue armi forti.

Il bilancio d’inizio stagione

Su 10 partite giocate tra Champions e campionato, gli azzurri hanno raccolto 7 vittorie, due sconfitte (a Genova con la Samp e allo Juventus stadium, ndr) ed un solo pareggio. Ed è forse proprio il risultato con la Stella Rossa il più grande rammarico di questo inizio di stagione. La scia di risultati è comunque positiva, nonostante lo scetticismo che ha accompagnato il Napoli durante il calciomercato e nel precampionato. Dopo le prime otto partite di campionato si può affermare, senza ombra di dubbio, che resta il Napoli l’unica vera antagonista della Juventus per lo scudetto.

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La rivoluzione dolce di Ancelotti

Tatticamente il Napoli si sta evolvendo, l’idea di Ancelotti prende sempre più corpo. La squadra, rispetto al credo sarriano, sta perdendo palleggio e possesso palla ma sta acquisendo maggiore praticità, soprattutto rispetto ad inizio stagione quando il Napoli subiva ed incassava tanto. Tre i gol presi a Genova contro la Samp, due in casa col Milan. I primi accenni di cambio tattico, dal classico 433 sarriano al mutevole 4424-2-3-14-4-1, ci sono stati nella partita contro la Fiorentina, poi diventati consuetudine dalla gara contro la Stella Rossa.

La qualità della rosa e la coerenza di Ancelotti

Ma la vera novità di Ancelotti è l’utilizzo della rosa. Dopo nemmeno 10 partite, tutti i 25 giocatori dell’organico sono stati utilizzati. Manca quella fluidità di gioco a cui Sarri ci aveva abituato, ma dall’altro canto le continue variazioni di posizioni e calciatori ha reso questo Napoli moltro più imprevedibile rispetto al passato.  Cambiando elementi, insomma, qualche meccanismo si perde ma è sempre difficile affrontare la partita e preparare una contromossa contro questo Napoli. Chiedere a Klopp per conferma. Più che tutelare i calciatori sotto l’aspetto fisico (aspetto comunque importante), Ancelotti, come da lui stesso dichiarato in conferenza stampa post Sassuolo, varia i giocatori della rosa non perché deve far piacere a qualcuno (velato ma chiaro il riferimento a De Laurentiis) ma perché crede nella qualità di questi giocatori. Concetto che ha espresso fin dai primi giorni del suo arrivo a Napoli, anche quando gran parte di stampa e tifosi invocavano l’acquisto di top player.

La sfida di Ancelotti è la continuità

Ancelotti, da allenatore esperto, ha vinto la sua prima scommessa, ovvero smontare la tesi secondo cui questi giocatori potevano giocare bene solo col gioco di Sarri. Ora, però, viene la sfida più importante: dare continuità a questo Napoli. E’ stato lui stesso a dirlo dopo la vittoria col Sassuolo. Ancelotti è convinto che questa squadra può crescere ancora, soprattutto in personalità. Non ci resta che fidarsi di lui e delle sue una, nessuna e centomila idee di Napoli.

 

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