Era considerato l’uomo di assoluta fiducia del boss Antonio Angelino ‘Tibiuccio’, dallo scorso gennaio Raffaele Bervicato, esponente proprio degli Angelino, ha deciso di collaborare con la giustizia. Tra le sue prime dichiarazioni, Bervicato ha parlato della lunga lista delle estorsioni del gruppo di Caivano:«Questa era la lista. In tutto ricavavamo 5.750 euro al mese. Questi erano solo i commercianti che pagavano una quota fissa. Poi c’erano i cantieri che pagavano all’inizio dei lavori in base all’importo degli stessi. Pagavano o il 5% dell’importo dell’appalto o 1.500 euro ad appartamento costruito».
Altre dichiarazioni sono state rilasciate da Raffaele Bervicato nei confronti del cugino Gianfranco: “Lui è sempre stato con Roberto e quindi con Angelino. Un volta Angelino Antonio lo incaricò di schiaffeggiare il cugino, ovvero Gaetano Angelino, dandogli ih cambio mille euro, ma non so il motivo. “I contatti con Angelino Antonio li avevo solo io e…omissis… Queste persone lo aiutavano nella latitanza, nel senso che gli portavano i panni e le provviste Gianfranco, prima che mi arrestassero, custodiva le armi in casa sua. Credo che vi sia un sistema di nascondiglio. Infatti una volta andai da lui e mentre eravamo in cucina, io , lui, il gemello e pinuccio, a seguito di un rumore, Pinuccio si allarmò e chiese a Gianfranco di andare a prendere la cosa di là, ovvero la pistola e Gianfranco andò nel salone e quando tornò in cucina disse “Pinuccio non si apre”. Riferirò* più in dettaglio sulle varie stese. Angelino durante la latitanza parlava con me e mi chiamava con un telefono piccolino che lui mi mandò a comprare proprio il giorno del blitz, con due schede, una per lui e una per me”.