Mugnano, prima assise, aula gremita, insulti all’opposizione

Si è svolto tra strepiti e schiamazzi il primo consiglio comunale dell’amministrazione di Giovanni Porcelli, ieri sera a Mugnano. Da registrare una massiccia presenza di pubblico. Oltre centocinquanta persone, in un’aula consiliare che per legge ne può contenere al massimo novantanove. A presiedere la seduta, il consigliere Biagio Vallefuco (Pdl). Il primo punto all’ordine del giorno era la surroga dei consiglieri dimissionari Francesco Sarnataro (Udc) e Carmine Cirullo (Napoli Nord) entrati in Giunta, che hanno ceduto il testimone rispettivamente a Gennaro Liccardo e ad Augusto Cangiano. Ma poco dopo la discussione del primo punto, il clima in aula consiliare si è surriscaldato. Insulti, minacce, gestacci, invettive ai danni dei consiglieri di Opposizione che prendevano la parola. Applausi a quelli di Maggioranza. L’Opposizione, eccetto i consiglieri Carlo Del Core (Pdl)e Luigi Vallefuoco (Liste civiche), che si è comunque dichiarato sdegnato per l’accaduto, dopo vane richieste al presidente Vallefuoco di ristabilire l’ordine, ha abbandonato l’aula. Il Consiglio è comunque continuato con la votazione del nuovo presidente del Consiglio, Gennaro Mastromo (Idv); dei vice presidenti e dei membri della Commissione Elettorale. L’Opposizione è poi rientrata in aula consiliare, ma solo per una breve dichiarazione, nella quale, il consigliere Mario Mauriello, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto che essa sarebbe tornata in Consiglio solamente dopo aver ripristinato l’ordine.
“La posizione espressa dal consigliere Mauriello rispecchia quella di tutta l’Opposizione – ha sottolineato il neo capogruppo del Pd, Luigi Sarnataro – abbiamo già chiesto che la copia dei verbali e delle dichiarazioni siano trasmesse al Prefetto, incluso l’allegato audio-visivo utile per ricostruire l’increscioso episodio.”
Gli fa eco un altro consigliere del Pd, Biagio Liccardo “La decisione della Maggioranza di proseguire l’assise, nonostante i gravi fatti che stavano accadendo, è stata profondamente scorretta. Laddove possibile, era preferibile sospendere o rinviare la discussione dei punti all’ordine dei giorno.”