15.9 C
Napoli
giovedì, Maggio 2, 2024
PUBBLICITÀ

Ditta di pompe funebri incendiata dal racket

PUBBLICITÀ

CAIVANO. Il racket del caro estinto. Due settimane fa l’inaugurazione, ieri notte le fiamme dell’estorsione. Nel mirino degli uomini del pizzo, la ditta di pompe funebri «Elardino» in via Libertini a Caivano, ridotta in cenere da un incendio di chiara matrice dolosa. L’allarme è scattato poco dopo le 3 di domenica mattina, quando una telefonata anonima ha avvertito i carabinieri della locale caserma, che dalla sede della ditta di onoranze funebri uscivano lingue di fuoco e un denso fumo nero.
I militari sono accorsi assieme ai vigili del fuoco del distaccamento di Afragola dopo una manciata di minuti. I pompieri hanno dovuto lavorare circa un’ora per avere ragione delle fiamme, continuamente alimentate dal legno delle bare che si trovavano nel deposito della ditta. Una volta domate le fiamme, i carabinieri e i vigili del fuoco hanno trovato nell’ingresso dei locali due taniche di plastica con ancora del liquido infiammabile: molto probabilmente della benzina che gli estorsosi sono riusciti, gettandola sotto la porta principale, a far penetrare all’interno dei locali.
Le fiamme che hanno praticamente distrutto le bare e tutte le altre suppellettili, non hanno fortunatamente messo in pericolo la stabilità dell’edificio. I danni ammonterebbero, secondo una prima stima, a qualche migliaio di euro. Gli inquirenti hanno ascoltato la titolare della ditta Antonia Elardino, la quale ha dichiarato di non aver mai ricevuto né minacce né tantomeno richieste estorsive.
Il racket delle estorsioni alza dunque il tiro. Negli ultimi giorni gli uomini del pizzo hanno portato a segno una serie di raid intimidatori utilizzando tritolo, come è avvenuto a Frattaminore, dove una bomba da un chilo è stata fatta esplodere sulla finestra di una azienda di abbigliamento. Mentre l’altra sera a Cardito, un ordigno è esploso distruggendo la serranda del bar «Jolly» in piazza Garibaldi.
E ora è toccato alla ditta di pompe funebri di Caivano. Gli investigatori ritengono che i tre attentati siano collegati tra loro dallo stesso disegno criminale, messo in atto da alcuni elementi della vecchia camorra che appena scarcerati da lunghe pene detentive, si sono rimessi al «lavoro».


MARCO DI CATERINO – IL MATTINO 8 DICEMBRE 2003

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Ragazzini accoltellati all’Arenile, il fermato è il figlio del ras della Vanella Grassi

Finora nessun coinvolgimento diretto in dinamiche criminali. Ma una parentela ‘importante’ dal punto di vista criminale, quella di essere...

Nella stessa categoria