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sabato, Aprile 27, 2024
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L’ultimo bollettino Burc: litorale più pulito

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Migliora la qualità dell’acque della costa giuglianese. A certificarlo è l’ultimo bollettino Burc pubblicato dalla Regione Campania che contiene l’elenco delle analisi delle acque marine effettuate per la stagione balneare 2011. La tabella è stata elaborata dall’Arpac, predisposta sulla base dei risultati delle analisi e del monitoraggio effettuato nel corso dell’anno. Rispetto allo stesso periodo 2010 si nota un sensibile miglioramento, soprattutto nella zona flegrea e quella casertana, grazie soprattutto della messa a regime del depuratore di Cuma finalmente in funzione dopo gli scempi perpetrati negli ultimi anni su cui è stata aperta un’indagine della magistratura. Ma anche alcuni tratti del litorale giuglianese, interdetti da anni, potrebbero ritornare ad essere balneabili. In particolare i tratti di costa che vanno dal lido Sabbia d’Argento al lido Varca d’Oro sono stati classificati come ‘sufficienti’, mentre tra il lido della Guardia di Finanza e il lido lo Smeraldo sono ‘buoni’. Restano invece ‘scarse’, e quindi non balneabili, le zone comprendenti i lidi Ancore-Nato Beach e Lido Blu-Lido Poste e telecomunicazioni. Questi lidi rientrano tra quelli “storicamente” non idonei alla balneazione. L’anno scorso a Giugliano i metri di costa dichiarati non balneabili erano 2.456. Quest’anno potrebbero essere la metà. Potrebbe dunque essere la stagione della svolta per gli operatori turistici balneari, che aspettano da anni il risanamento e il rilancio della fascia costiera dopo anni di crisi. Tra i tratti di costa storicamente interdetti per inquinamento, sono confermate ampie porzioni del litorale domizio, che comprende anche la costa ricadente nel territorio giuglianese. Questi tratti tradizionalmente inquinati, secondo la normativa nazionale, possono essere dichiarati nuovamente idonei solo se le analisi evidenziano risultati favorevoli, e se allo stesso tempo gli enti competenti adottano misure di risanamento volte a rimuovere le cause dell’inquinamento. Saranno effettuati controlli periodici anche al funzionamento del depuratore di Cuma, al centro dell’indagine coordinata dalla procura di Napoli e portata avanti dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza, che hanno accertato l’esistenza di un accordo illecito tra pubblici funzionari e gestori di impianti di depurazione campani. Un accordo che avrebbe consentito, per svariati anni, lo sversamento in mare del percolato (il rifiuto liquido prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani) in violazione delle norme a tutela dell’ambiente. Secondo gli inquirenti, infatti, il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare non solo il litorale domitio ma anche zone del salernitano. L’indagine, durata fino al luglio 2010, è stata sviluppata mediante attività tecniche, nonchè riscontri documentali, che hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ex uomini politici, professori universitari, dirigenti della pubblica amministrazione e tecnici delle strutture commissariali che si sono avvicendati al Commissariato per l’emergenza rifiuti della Regione Campania dal 2006 al 2008.

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