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Marano, ritrovato un documento inedito: palazzo Battagliese è stato anche sede dei Reali Carabinieri

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Ha ospitato non solo la prima casa comunale ma anche la Reale caserma dei carabinieri. I lavori per il recupero statico-funzionale di palazzo Battagliese entrano nel vivo con la notizia del ritrovamento di un documento (contratto d’affitto datato luglio 1868) che comprova che lo storico edificio, acquisito al patrimonio del Comune e posto nel cuore del centro storico della città, ha a lungo ospitato anche i militari dell’Arma del Regno. In calce all’atto d’affitto, rimasto a lungo inedito e custodito da un appassionato collezionista, Gaetano Bonelli, oggi assessore alla Cultura del Comune di Marano, sono apposte le firme del giudice Emiddio Battagliese, illustre personaggio della storia di Marano, che nel 1844 e fino alla costruzione dell’attuale municipio concesse i locali del suo palazzo per ospitare la prima casa comunale e le riunioni del Decurionato municipale, e quelle dei vertici dei carabinieri che a quell’epoca soggiornavano in città. “Contestualmente al restauro – spiega il neo assessore della giunta Cavallo – è opportuno fare in modo che palazzo Battagliese, assieme a palazzo Merolla, funga da polo culturale e di servizi che restituisca all’area in cui sono ubicati un ruolo strategico. Nel palazzo – aggiunge Bonelli – in omaggio alla sua destinazione come prima casa municipale, potrebbe essere trasferito anche l’archivio storico comunale che attualmente langue in ambienti non idonei”. I lavori nell’edificio, oggetto di un radicale intervento di consolidamento statico e recupero funzionale (l’importo complessivo dei lavori è 980mila euro), dureranno circa un anno. L’intervento è finanziato in parte dal Comune, con un prestito alla Cassa depositi e prestiti, e in parte dai Fondi Fas della Regione grazie all’accordo di programma quadro “Infrastrutture per i sistemi urbani”. In seguito al terremoto del 1980, palazzo Battagliese, per il cui recupero si è a lungo battuto il professor Carlo Palermo, storico esponente del Gruppo archeologico napoletano, ha subìto notevoli danni, visibili all’esterno nel crollo della parte d’angolo dell’edificio che ha coinvolto anche le strutture orizzontali. Il manufatto, fino a poco tempo fa, versava in un elevato stato di abbandono e di degrado. Per questa ragione è stato necessario – prima di dare il là all’intervento di restyling – far redigere in fase preliminare un progetto di messa in sicurezza.

Il Mattino 26/06/2011

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