di MAURIZIO CERINO
NAPOLI . L’ira acceca e arma la mano di un marito. O meglio: di un ex marito. Una pistola puntata contro colui che crede essere l’attuale compagno della ex moglie: un avvocato, Daniele Giordano, 38 anni. E fa fuoco. Ai Colli Aminei.
Nel caos immane della serata domenicale, i cinque colpi di pistola si distinguono chiaramente. Accade alle 19.45, a pochi metri dall’ingresso del Tribunale dei Minorenni. Davanti agli occhi di decine di persone, bloccate nel traffico o ferme davanti alla farmacia Maddaloni, aperta per il servizio serale-notturno.
Sulle prime si pensa ad una sparatoria per una rapina; probabile considerato che nella stessa giornata di ieri ne sono state compiute due. Ma i presenti, dopo l’iniziale momento di sbandamento generato dal fuggi-fuggi, si rendono conto che la farmacia non c’entra: i colpi sono stati appena esplosi proprio di fronte, c’è un uomo a terra. L’allarme al 113 è immediato, come istantaneo è l’arrivo della volante Arenella 11 che conferma il ferimento di un uomo. Non altrettanto rapido è l’intervento dell’ambulanza. L’avvocato Giordano, secondo le stime di coloro che guardano impietriti la scena, resta a terra per 25 minuti. L’ambulanza non arriva. Il centralino del 118 tempestato di telefonate, sia dalla polizia sia da chi, impotente, è ai Colli Aminei. Un’autolettiga finalmente giunge, ma si blocca il meccanismo di sgancio della barella dal veicolo, e l’uomo non può essere sollevato. Una seconda ambulanza parte dalla zona di Scampia. Ma non arriverà mai per il traffico. Alla fine è un automobilista di passaggio a trasportare l’avvocato al Cardarelli, scortato dalla polizia.
Gli agenti delle volanti iniziano la ricostruzione dell’accaduto. Molta gente parla. I frammenti si riuniscono con estrema facilità. L’avvocato è in una Volvo. Al suo fianco c’era una donna che, al momento non si trova. Poco dopo gli agenti la localizzano, visibilmente scioccata. E ne ha tante di ragioni. Lei, Carmela S., sa benissimo chi è stato a far fuoco contro l’avvocato: si tratta del suo ex marito, Giuseppe Ascione, 39enne, che abita in via Montenevoso 5. Ma non è necessario che sia la donna a fare il nome del sicario. A terra, dietro la Volvo dell’avvocato, c’è il paraurti anteriore di una Ford Escort verde, con tanto di targa. Insomma il feritore ha lasciato il suo biglietto da visita. Dalla targa si risale al proprietario, l’auto non è tra quelle rubate. E questo particolare esclude a priori l’agguato di camorra. I testimoni inoltre affermano che chi ha sparato è appunto uscito da una Escort dopo aver tamponato la Volvo. L’operatore radio del centro operativo tesse la rete attorno all’uomo. Due volanti vanno sotto casa di Giuseppe Ascione, altre auto vengono dislocate strategicamente lungo il possibile tragitto che l’auto potrebbe coprire nella fuga. Nel frattempo, in ospedale, all’ispettore della volante che l’ha accompagnato, il ferito prima di entrare in sala operatoria fa il nome di chi gli ha sparato. Lo conosce perché sembra che sia l’ex marito della donna che era con lui in auto, forse una cliente. E pare che l’avvocato Giordano, ieri sera, andato allo studio per preparare le comparse di un paio di processi, l’abbia ricevuta per la definizione della causa di divorzio e si sia poi offerto di accompagnarla a casa.
La ragnatela della centrale operativa si rivela efficacissima. Una volante incrocia la Escort in via Ianfolla: manca il paraurti anteriore. Una rapida inversione e la volante aggancia il feritore, un’altra volante gli si para davanti: la fuga è finita, per lui manette e via in Questura, stube e interrogatorio con il vice questore Mandato e poi al carcere. L’accusa, per Giuseppe Ascione è di tentato omicidio: ha mirato al tronco, l’intenzione, quindi, non era spaventarlo o ferirlo intenzionalmente alle gambe. Spalla, braccia, mano e gambe: per l’avvocato Daniele Giordano dopo l’intervento chirurgico si profila un lungo periodo di prognosi che, al momento, non è stata ancora sciolta.
IL MATTINO 12 GENNAIO 2004
