16.4 C
Napoli
venerdì, Aprile 26, 2024
PUBBLICITÀ

L’alternativa all’inceneritore: ecco il progetto-vapore

PUBBLICITÀ

«Dateci un sito e risolveremo l’emergenza rifiuti entro un anno, con un impianto che non produrrà emissioni nocive e che sarà anche fonte di guadagno per il Comune».
Si può sintetizzare così la proposta anti-spazzatura, sulla carta piuttosto allettante, che arriva da una città difficilmente associabile ai cumuli di «monnezza» sparsi ovunque per le strade di Napoli, Montecarlo, ed è rivolta direttamente al sindaco Luigi De Magistris. A lanciarla è Diego Fissore, ingegnere che rappresenta cinque società internazionali specializzate nel recupero dei rifiuti senza inceneritore e che sono recentemente diventate partner dell’esercito americano. Attraverso la sua Fissore Agency, che ha sede appunto nel Principato di Monaco, propone un sistema a suo dire rivoluzionario per trasformare la spazzatura in energia pulita, ideato dall’ingegnere indiano Raghavendra Rao, per anni direttore tecnico della Petronas, la compagnia petrolifera malesiana di proprietà governativa.


Due le tecnologie
su cui si basa il progetto che negli ultimi due anni Fissore ha presentato in diverse province italiane e che ad aprile è stato anche illustrato alla Commissione Ambiente della Camera. La prima è il sistema «Autoclave», un trattamento termico a vapore dei rifiuti – provenienti sia dalla raccolta differenziata che da quella indifferenziata – che, a una temperatura di 160 gradi, permette di recuperare tutto il materiale riciclabile dalla spazzatura (vetro, ferro, plastica). Materiale che, alla fine del processo (della durata di 144 minuti), tornerà allo stato vergine, perfettamente pulito e sterilizzato. E gli scarti organici non riciclabili? Verranno trasformati in una sostanza mista, composta da parti liquide e da fibre, chiamata «floc», che a sua volta potrà essere utilizzata in diversi modi: dalla fabbricazione di pannelli fotoassorbenti o antisismici fino all’impiego come combustibile in sostituzione del gasolio.

PUBBLICITÀ


Il sistema Autoclave
è affiancato da una seconda tecnologia, il «P2P» (Plastic to petrol), che trasforma la plastica in carburante. Per ogni chilo di plastica – indipendentemente dalla tipologia e dal grado di inquinamento – è possibile ottenere 1,2 litri di carburante. Entrambi i processi, sottolinea Fissore, sono a emissioni zero o comunque ben al di sotto dei limiti previsti dalla legislazione italiana ed europea.
Ora Fissore è a caccia di siti in cui poter costruire i suoi impianti – sono necessarie aree dai 15mila ai 50mila metri quadrati, a seconda delle dimensioni delle apparecchiature – e soprattutto di partner pubblici che gli consentano di ottenere le autorizzazioni per l’esercizio. E i finanziamenti? Un impianto per il trattamento termico dei rifiuti costa dai 6 ai 60 milioni di euro, ma l’ingegnere assicura che il suo gruppo gode dell’appoggio di alcune banche internazionali, pronte a garantire l’intera copertura dei costi di realizzazione. I guadagni dalla vendita del combustibile ricavato dalla conversione della spazzatura andrebbero in parte alla società e in parte al Comune.

La lobby degli inceneritori è molto potente.
A chi gli domanda perché questi rivoluzionari impianti, che sembrano la soluzione ideale per il trattamento dei rifiuti, non siano ancora diffusi in Italia e nel mondo, Fissore risponde così: «Abbiamo speso molto tempo per le pratiche burocratiche. Soltanto per ottenere le certificazioni CE sono passati più di due anni. Siamo autorizzati a proporre le nostre soluzioni da gennaio di quest’anno. E poi la lobby degli inceneritori è molto potente».

Marco Toriello
Il Mattino il 29/06/2011

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Calzona in vista della Roma: “La squadra deve sentirsi responsabile, bisogna tirare fuori l’orgoglio”

In vista del match di domenica alle 18 tra Napoli e Roma, il mister Francesco Calzona ha parlato ai...

Nella stessa categoria