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Ammazzato in casa, mistero a Marano

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Sette fendenti all’addome e tagli in altre parti del corpo. E’ stato ucciso così Giovanni Giuseppe Amura, disoccupato, 59 anni, originario di Sant’Agnello ma trasferitosi a Marano da qualche anno. L’hanno trovato ieri sera, intorno alle 19, riverso in una pozza di sangue al primo vico Casaggiarruso. L’uomo, che viveva nei pressi del luogo dove ha trovato la morte, quasi certamente è stato aggredito in casa, è spirato prima dell’arrivo dei soccorsi. Ad allertarli è stata una ragazza che risiede proprio nell’angusta stradina del centro storico teatro dell’efferato omicidio. La zona è stata immediatamente transennata per allontanare la folla di curiosi dal luogo dell’incidente ed eventuali inquinamento delle prove. Al momento non risultano testimoni dell’agguato. Nel vicolo nessuno ha detto di aver sentito o visto persone sospette. Sul posto sono giunti i carabinieri della locale tenenza e quelli della Compagnia di Giugliano, coordinati dal maggiore Alessandro Andrei. Gli inquirenti non escludono alcuna pista: non scartano l’ipotesi del delitto passionale e nemmeno quella legata a un regolamento di conti per un probabile debito contratto dalla vittima. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo sarebbe stato ferito in casa (da qualcuno che probabilmente conosceva e al quale avrebbe aperto la porta ) e sarebbe poi uscito dalla propria abitazioni per chiedere aiuto. Ma era già troppo tardi: le forze gli sono mancate ed è finito a terra. Le indagini, coordinate dal pm Clelia Mancuso, proseguiranno a ritmo serrato e non escluso che già nelle prossime ore ci possano essere importanti novità. La vittima non era sposata, viveva di piccoli espedienti e grazie a un’indennità di accompagnamento. Nel passato di Amura soltanto piccoli precedenti a suo carico: era stato denunciato per truffa, falso e guida in stato d’ubriachezza. Il fatto di sangue ha provocato clamore in città. L’ultimo omicidio a Marano, in quel caso di stampo camorristico, risale al luglio del 2009. A cadere sotto i colpi dei killer fu Giuseppe Candela, 46 anni, ritenuto affilitato al clan camorristico dei Polverino. L’uomo si trovava nel centralissimo Corso Umberto, quando venne affiancato da due sicari che gli esplosero contro tre colpi di pistola. Candela, raggiunto da due proiettili al torace e uno alla testa, morì all’istante. L’omicidio avvenne davanti a numerosi di testimoni che a quell’ora affollavano la centralissima strada che taglia Marano in due. I sicari sapevano che la vittima si sarebbe trovata sicuramente in quel posto.
(Il Mattino 06/09/2011)

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