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venerdì, Marzo 29, 2024
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L’autopsia su Rosa Donzelli: ‘Un colpo al cuore’

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É stato un colpo frontale al petto a provocare la morte quasi istantanea di Rosa Donzelli, la rapinatrtice 36enne di origini qualianesi che ha perso la vita nel corso di un tentativo di rapina a Monte Urano (Fermo) ai danni della gioielleria Cifola. I frammenti metallici sono stati individuati vicino al cuore. Il colpo è stato esploso dall’orefice Francesco Cifola con un revolver Smith and Wesson; il decesso sopraggiunto nell’arco di pochi istanti. Poco prima, la banda di cui la donna faceva parte (almeno altre due persone, tutt’ora ricercate), aveva pestato l’orefice con il calcio di una pistola, e l’aveva ‘incaprettato’. Ieri si è appreso che l’arma dei malviventi era quasi certamente vera, non la scacciacani recuperata due giorni fa in una scarpata: i filmati delle telecamere a circuito chiuso del negozio e i primi accertamenti del Ris confermerebbero questa ipotesi.
L’autopsia disposta dal pm Maria Carla Sacco e condotta dal medico legale Alessia Romanelli è durata tre ore circa. Cifola ha nominato come consulente il medico Claudio Cacaci. All’uscita dall’ospedale, entrambi i medici hanno preferito non rispondere alle domande dei giornalisti. Indagato per omicidio colposo, il gioielliere sostiene di aver fatto fuoco temendo che i banditi facessero del male al padre settantasettenne: «si e’ semplicemente difeso» ha sostenuto il legale del gioielliere l’avv. Demetrio Valentini.

Il figlio della vittima. Il figlio tredicenne della rapinatrice, da tempo affidato dal Tribunale dei minori di Napoli al padre, ha saputo della morte della mamma “da un amichetto, giocando in cortile”. Lo ha raccontato l’avv. Michela Romagnoli, che seguiva Rosa per alcune pratiche nella sua “nuova vita” marchigiana.

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