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giovedì, Aprile 25, 2024
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Droga: in manette l’ex sindaco Di Lanno

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Questa volta i fiumi di droga corrono lungo l’asse Marano- America latina. E a finire in manette, dopo le operazioni messe a segno dalla Guardia civil spagnola e dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli, che nei mesi scorsi hanno portato in carcere il super boss Giuseppe Polverino e decine di affiliati al clan nato da una costola dei Nuvoletta, ci sono anche personaggi “eccellenti”: imprenditori insospettabili e persino un ex sindaco, Carlo Di Lanno, eletto all’inizio degli anni Novanta nelle fila della Democrazia Cristiana e a capo di un Consiglio comunale che, di lì a poco (era il 1993), sarebbe stato sciolto per infiltrazioni camorristiche. L’accusa è di quelle pesantissime: traffico internazionale di sostanze stupefacenti, hashish e cocaina nello specifico, proveniente dal Messico. Carlo Di Lanno è stato arrestato ieri, alle prime ore del mattino, dagli agenti della squadra mobile di Napoli e di Palermo. Con lui sono finite in carcere anche altre dieci persone che avevano la loro base operativa nei comuni del Giuglianese, in particolare Marano, Calvizzano e Qualiano. Secondo le accuse degli inquirenti, erano in grado di importare partite di cocaina che variavano tra i 500 e i 3mila chilogrammi, ma anche di hashish (500 chilogrammi) per un valore commerciale di 2milioni e 500mila euro. Droga che, come accertata dagli agenti della squadra mobile di Napoli e Palermo, era occultata all’interno di un forno industriale proveniente dal Messico, individuata dagli agenti della polizia grazie ad apparecchiature sofisticatissime. Destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare, oltre all’ex primo cittadino di Marano e al figlio Pasquale, 35enne anch’egli residente a Marano, anche Attilio Cesarano, residente a Calvizzano, imprenditore di punta nel campo delle onoranze funebri e già finito qualche anno fa nel mirino della magistratura e tuttora in carcere, Leonardo Cavallo, figlio di un ex esponente dell’amministrazione targata Di Lanno, Gerardo Coppola, Luigi Crispino, Salvatore Passaro e Helena Zajac, quest’ultima di origine polacca. Per anni imprenditore nel ramo edile e non solo, Carlo Di Lanno è stato a capo di un Consiglio comunale passato alla storia poiché sciolto, nel 1993, per infiltrazioni camorristiche, con decreto dell’allora ministro degli Interni Enzo Scotti, ma soprattutto perché gran parte dei componenti di quel civico consesso e della giunta furono raggiunti da avvisi di garanzia o provvedimenti di custodia cautelare. Era l’epoca d’oro dell’edilizia, del varo di alcune lottizzazioni, dell’inizio della fine dell’impero criminale fondato dalla famiglia Nuvoletta e dell’accordo tra Dc e Pci. Di quell’assise cittadina o giunta erano parte integranti anche altri personaggi che hanno segnato la storia politica e dell’imprenditoria dell’ultimo trentennio: il defunto ex sindaco Raffaele Credentino, Antonio Spinosa, anch’egli ex primo cittadino, Vincenzo Sarracino, Raffaele Orlando, Domenico Iorio, Luigi Simeoli, Gianfranco Scoppa e tanti altri. Storie di un passato lontano che oggi, seppur indirettamente e per ben altre vicende, tornano alla mente dopo l’arresto di Carlo Di Lanno. Marano insomma è ancora una volta al centro di vicende legate al traffico internazionale di droga. In città risiedono tuttora o hanno operato per anni pericolosi criminali e imprenditori che, col passare degli anni, hanno assunto un ruolo egemone anche nel traffico internazionale di stupefacenti, in particolare lungo l’asse Marano – Spagna meridionale.

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