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lunedì, Maggio 27, 2024
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Giudice di Pace, il caso finisce in parlamento

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Finisce in parlamento il caso dell’imminente chiusura degli uffici del Giudice di pace. Dopo le proteste delle associazioni forensi del territorio, impegnate in un fronte comune contro il piano varato dal governo, al Senato arriva l’interrogazione dell’Italia dei valori (riportata in calce, ndr). La firma in calce sulla richiesta di chiarimento, che sarà discussa nei prossimi giorni, è quella del senatore Aniello Di Nardo. “A giudizio dell’interrogante – recita il documento protocollato a Palazzo Madama – l’Atto di Governo numero 455 non ha tenuto nel dovuto conto i criteri previsti dalla legge delega numero 148 del 2011, in quanto l’art. 1, comma 2, detta criteri oggettivi e omogenei al fine di valutare l’accorpamento degli uffici. Si prevede, infatti, una specifica analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro, che tenga conto dell’estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell’indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, del tasso d’impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane”. In pratica il Giudice di Pace di Marano potrebbe ancora essere salvato. E a far propendere per questa interpretazione sarebbero proprio i criteri contemplati nel decreto legislativo emanato lo scorso settembre. “Si è, a giudizio dell’interrogante – prosegue il documento inoltrato al ministro della Giustizia – inspiegabilmente proceduto a tagli lineari delle sedi non circondariali, da cui derivano anomalie delle tabelle allegate allo schema di decreto. Infatti, sebbene Marano abbia un bacino di utenza con popolazione superiore a 100.000 abitanti (dati 2010), l’ufficio del Giudice di pace risulta comunque soppresso”. Infine la richiesta: “Si chiede di sapere quali iniziative il governo intenda assumere, tenuto conto delle specificità territoriali sopra evidenziate, al fine di non procedere alla soppressione dell’ufficio del Giudice di pace di Marano”.


Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08006
Atto n. 4-08006 – Pubblicato il 24 luglio 2012, nella seduta n. 774

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Aniello Di Nardo – Al Ministro della giustizia.

Premesso che:

l’ufficio del giudice di pace di Marano (Napoli) risulta inserito nell’elenco dei 647 uffici giudiziari destinati alla soppressione nell’ambito dello schema di decreto legislativo recante “Nuova distribuzione sul territorio degli uffici del giudice di pace, in attuazione dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”, stando a quanto riportato dalla Tabella A di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Atto di Governo n. 455;

la delega conferita al Governo dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, prevede di procedere alla riduzione del numero dei presidi giudiziari di primo grado ed alla razionalizzazione dei relativi assetti territoriali. Per quanto concerne i giudici di pace, attualmente risultano in essere 846 uffici, di cui 4 sedi distaccate;

il mandamento giudiziario di Marano è il più antico d’Italia e l’ufficio del giudice di pace comprende nella sua competenza un territorio costituito da sette comuni ovvero, oltre a Marano stesso, Giugliano, Villaricca, Melito, Qualiano, Calvizzano, Mugnano, con una densità demografica pari a circa 315.000 abitanti e con un territorio notevolmente superiore, per estensione, a quello napoletano. L’ufficio è allocato in struttura di proprietà del Comune i cui costi di gestione sono relativi solo alle utenze. Oltre al custode, che è a carico del Comune di Marano, le 7 unità attualmente in forza presso la struttura sono dipendenti del Ministero della giustizia; l’ufficio si fa carico di oltre 15.000 procedimenti all’anno e sebbene la pianta organica preveda 26 giudici, al momento sono in servizio solo in 13;

a giudizio dell’interrogante, l’Atto di Governo n. 455 non ha tenuto nel dovuto conto i criteri previsti dalla legge delega n. 148 del 2011, in quanto l’art. 1, comma 2, detta criteri oggettivi e omogenei al fine di valutare l’accorpamento degli uffici. Si prevede, infatti, una specifica analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro, che tenga conto dell’estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell’indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, del tasso d’impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane; si è invece, a giudizio dell’interrogante inspiegabilmente, proceduto a tagli lineari delle sedi non circondariali, da cui derivano anomalie delle tabelle allegate allo schema di decreto. Infatti, sebbene Marano abbia un bacino di utenza con popolazione superiore a 100.000 abitanti (dati 2010), l’ufficio del giudice di pace risulta comunque soppresso; dalla relazione illustrativa dello schema di decreto approvato dal Governo si desume che ad essere soppressi dovrebbero essere gli uffici che servono un bacino di utenza inferiore a 100.000 abitanti e che hanno, per ogni singolo giudice, un numero annuo di procedimenti inferiore ad un valore di 568,3, che rappresenta il carico di lavoro mediamente sostenibile dal personale giudicante nel corso dell’anno solare;

il territorio di competenza dell’ufficio del giudice di pace di Marano conta, come si è detto, un numero di abitanti di molto superiore a 100.000 (nel caso specifico 315.000) e considerando la soglia minima, la media pro capite è di molto superiore ai 700 procedimenti annui. In base a tali parametri, la sede di Marano non dovrebbe essere inserita nella lista di uffici destinati alla soppressione, si chiede di sapere quali iniziative il Governo intenda assumere, tenuto conto delle specificità territoriali sopra evidenziate, al fine di non procedere alla soppressione dell’ufficio del giudice di pace di Marano.

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