Cemento, ancora cemento, solo cemento. La lottizzazione edilizia si farà. No, non stiamo parlando della C14 (ancora nel mirino della magistratura) o della C4 (si attende il pronunciamento definitivo del Tar), ma della C17. Uno degli ultimi lembi di terra, ubicato a un tiro di schioppo da san Rocco e san Marco (zone non certo immuni dal fenomeno dell’abusivismo selvaggio), di una vasta area già interessata a precedenti colate di cemento e ora destinato ad accogliere altri 1700 vani, in pratica circa duecento nuovi alloggi. L’iter burocratico, seguito dal commissario ad acta nominato dalla Provincia, l’architetto Alberto D’Urso, ha superato tutti gli step ed è stato completato alla vigilia delle festività natalizie. “Atteso che il 29 maggio del 2012 – recita l’atto pubblicato sul sito istituzionale del Comune – è stato adottato il Pua del comparto C17 del vigente piano regolatore in località Caracciolo-via Corree di sotto, con valenza permesso a costruire; visto che dal 18 giugno del 2012 al 18 luglio del 2012 è pervenuto un’unica osservazione, inviata dall’amministrazione provinciale e acquisita al protocollo dell’ente comunale; tenuto conto delle osservazioni e che è stato necessario apportare alcune modifiche agli elaborati del progetto; lette le ulteriori note del segretario generale e del dirigente dell’ufficio tecnico, con le quali vengono formulate ulteriori osservazioni; visto il parere di regolarità tecnica; preso atto delle osservazioni, delle controdeduzioni e delle modifiche apportate al progetto, conferma il Pua del comparto C17 e dà atto che lo stesso sarò pubblicato sul Burc e sul sito web del Comune. Con la prescrizione che la destinazione d’uso dei locali posti al secondo piano dei fabbricati del lotto A ed E, in presenza di una altezza media di 2.45 metri, dovrà essere non residenziale”. L’ennesima colata di cemento si andrà a riversare su un territorio già martoriato dall’abusivismo edilizio e per nulla fornito dal punto di vista infrastrutturale. La questione delle lottizzazioni edilizie, figlie di un piano regolatore superato e vecchio di trent’anni, torna dunque nuovamente alla ribalta, con il 2013 che rischia di essere l’anno in cui, dopo un lungo periodo di letargo, sarà dato il via libera a nuove (seppur legittime dal punto di vista tecnico-burocratico) imponenti operazioni edilizie.
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