Siamo ciò che mangiamo. Ma cosa mangiamo? La sicurezza alimentare, prima conseguenza dell’abusivismo commerciale, è una vera e propria spina nel fianco nei comuni dell’area giuglianese e, pertanto, anche del territorio di Marano. Una vera e propria emergenza alla quale, ormai da anni, il Comune, le forze di polizia e l’Asl non riescono a porre rimedio. La non corretta esposizione degli alimenti, spesso figlia di occupazioni abusive del suolo pubblico, è un malcostume che riguarda non solo gli ambulanti (autorizzati e non) ma anche gli esercenti autorizzati. Esposti agli argenti atmosferici, ai gas di scarico di automobili e autobus, frutta, verdura, salumi, pane e quant’altro possono trasformarsi in piccole, grandi bombe per la salute dei cittadini. Troppo spesso si lascia correre. Eppure tante sarebbero le attività commerciali che dovrebbero essere sospese o addirittura chiuse. Ma la politica del “chiudere un occhio” è ancora troppo radicata. Per capire come stanno le cose basta fare un giro per la città: dalla periferia al centro è un proliferare di bancarelle, di cassette di frutta e verdura esposta sui marciapiedi e negli spazi non consentiti. La nostra (persa ormai da tempo quella contro gli abusivi della sosta) è una battaglia di civiltà, per la tutela della salute e dovrebbe essere sposata anche dalle istituzioni. Siamo fiduciosi pertanto che il commissario prefettizio, Gabriella Tramonti, possa recepire questo nostro ennesimo appello e assicurare, attraverso apposite operazioni, la tutela igienico-sanitaria dei consumatori. Frutta, verdura ed altri alimenti esposti all’aperto (è sempre opportuno ricordarlo) sono ricchi di biossido di zolfo, piombo, monossido di carbonio, ossidi di azoto e idrocarburi.
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