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mercoledì, Luglio 3, 2024
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Termovalorizzatore, c’è il bando di gara: un business da oltre 316 milioni di euro

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Il dado è tratto. E’ arrivata l’ufficialità della pubblicazione del bando di gara per la realizzazione del termovalorizzatore a Giugliano. L’impianto sarà destinato a bruciare le ecoballe stoccate in Campania, tra cui quelle di Taverna del Re, il sito che si trova al confine delle province di Napoli e Caserta. La presenza delle ecoballe – stoccate da anni in attesa di essere smaltite – è stato uno dei motivi di contestazione da parte dell’Unione Europea che ha avviato nei confronti una procedura di infrazione. L’investimento totale previsto per la sua realizzazione è di 316 milioni di euro, di cui 16 solo per la progettazione. La stima per la gestione annua dell’impianto è invece di 15 milioni di euro. Le offerte dovranno giungere entro il prossimo 11 ottobre. Successivamente ci sarà l’affidamento, previsto entro dicembre. Il tempo per la realizzazione è non superiore a 1095 giorni, ovvero tre anni esatti. Contro la realizzazione del termovalorizzatore di Giugliano sono scesi in campo movimenti e forze politiche ricordando che in zona già vi sono oltre 46 discariche (tra autorizzate e non), un impianto di tritovagliatura dei rifiuti e un sito di stoccaggio di ecoballe (con sei milioni di tonnellate di rifiuti depositato a raso). “L’area di Giugliano per il nuovo termovalorizzatore – ha spiegato il commissario Carotenuto – non è stata né dal commissariato né dalla Regione Campania ma da una legge dello Stato”. Eppure ricordano i rappresentanti dei comitati che in passato è stato assicurato che in quest’area “non sarebbe stata realizzata nessun altra struttura per il trattamento dei rifiuti”. E invece, nonostante ci sia una legge dello Stato che vieti la realizzazione di altri impianti per i rifiuti nel Giuglianese, si progetta un nuovo impianto.

I dubbi del bando.
Diversi, però, i dubbi dei comitati, pronti a dare battaglia. C’è incertezza innanzitutto sull’ubicazione. Le indiscrezioni danno per certo che l’impianto sorgerà nella zona dell’ex centrale di turbogas dell’Enel nell’area di Ponte Riccio tra Giugliano e Qualiano ma nel bando non c’è nessun accenno all’ubicazione nè al Comune di Giugliano nè al luogo preciso. Anzi Alberto Carotenuto è indicato ancora come commissario per la realizzazione del termovalorizzatore di Napoli Est e non di Giugliano. Un’anomalia che sarà sanata con una variante in corso d’opera. “Una beffa – affermano invece i comitati – è una presa in giro”. Perché realizzare l’inceneritore nonostante la quantità dei rifiuti prodotti in Campania è in via di diminuzione? Perché proprio a Giugliano terra martoriata dal punto di vista ambientale? Perché scegliere suoli non di proprietà del Comune di cui si dovrà pagare l’affitto all’Enel? Come si è arrivati a questa decisione? Perché, visto che si intendono smaltire le ecoballe di Taverna del Re, non è stato deciso di costruirlo in loco per evitare danni ambientali ed economici per il trasporto delle ecoballe? Che fine ha fatto il comitato tecnico-scientifico che era stato promesso? Che contenuto hanno le ecoballe? Chi si occuperà di questi business? Queste ed altre ancora le domande poste dai comitati alle istituzioni preposte.

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I numeri . Nel bando pubblicato non è stato definita, inoltre, la quantità di rifiuti che dovrà bruciare l’inceneritore, i costi e i guadagni per lo smaltimento dei rifiuti. Ma un’indicazione può darla il bando pubblicato l’anno scorso per la realizzazione dell’impianto di Napoli Est, quello ‘originale’, la cui gara è andata deserta. Il flusso annuale di rifiuti dovrebbe essere di 450.000 tonnellate. Il piano economico e finanziario prevedeva il livello iniziale della tariffa di conferimento all’impianto da praticare nella misura di 93 euro (oltre IVA al 10%) per tonnellata, per lo smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati e rifiuto speciale assimilato. A favore del Comune sede dell’impianto è prevista una royalty annuale di 5,20 euro a tonnellata per il Comune; una royalty annuale, in favore dei comuni limitrofi, pari ad un euro per ogni tonnellata complessiva di rifiuto conferita all’impianto, con esclusione dei rifiuti conferiti dai Comuni stessi; una royalty annuale di 6 euro a tonnellata, per i Comuni limitrofi, sui rifiuti conferiti da ciascuno di essi. Previsto, inoltre, un canone di concessione del diritto di superficie annuo, da corrispondersi in favore della Regione Campania, pari ad 0,22 euro per metri quadrati al mese, secondo stima del commissario. Inoltre il termovalorizzatore è ammesso alle agevolazioni tariffarie per la vendita di energia elettrica, ovvero i tanto discussi e criticati Cip6, senza distinzione tra la parte organica ed inorganica dei rifiuti e senza distinzioni rispetto alla loro tipologia. L’agevolazione tariffaria per i Cip6 è attiva per i primi 8 anni di esercizio a regime dell’impianto. Nei rimanenti successivi anni di concessione l’energia elettrica prodotta dall’impianto sarà ceduta sul mercato elettrico. Nel Piano economico finanziario incluso nel progetto preliminare il Commissario ha indicativamente fissato il prezzo di vendita con agevolazione tariffaria Cip 6 pari a 18,20 c€/kW. Il prezzo medio di cessione sul mercato elettrico è stato indicativamente fissato pari a 7 c€/kW. Per quanto riguarda i criteri di aggiudicazione si procederà anche in caso di una sola offerta valida, caso certamente anomalo, salvo accertamento dei requisiti. Qualora i partecipanti siano inferiori a 3 e pertanto non è possibile procedere con il confronto a coppie, si procederà con l’attribuzione discrezionale dei singoli coefficienti da parte di ciascun commissario. Insomma un business vero e proprio che va oltre i 316 milioni previsti per la costruzione dell’impianto.

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