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martedì, Luglio 2, 2024
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AGGUATO MORTALE NEL BAR
Ucciso pregiudicato di Melito

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MELITO. Agguato mortale in via Monte Rosa, a Scampia: il killer è entrato nel bar «San Paolo» qualche minuto dopo le 20 e ha ucciso con tre colpi di pistola alla testa Mariano Nocera, 27 anni, pregiudicato a Melito. Ferito a una mano il fratello Giuseppe, 29 anni, incensurato residente ad Arzano, ma non da un proiettile: l’uomo – forse in un gesto di rabbiosa disperazione, forse nel tentativo di difendersi dall’aggressore – ha sferrato un pugno contro la porta a vetri del locale. Una lesione lieve che non ha reso necessario il ricovero in ospedale, ma è stata medicata sul posto dal personale di un’ambulanza del «118».
Quando è avvenuta la sparatoria, oltre ai fratelli Nocera, nel bar c’era soltanto il titolare. Interrogato dalla polizia, ha riferito di non aver mai visto prima l’assassino: «Era a volto scoperto. È entrato nel mio locale senza dire una parola, si è avvicinato a Mariano Nocera, gli ha puntato alla testa una pistola e ha fatto fuoco tre volte. Poi è scappato». La vittima aveva piccoli precedenti (furto e ricettazione), non sembra avesse legami con la malavita organizzata né che fosse coinvolto in affari delicati come il traffico di stupefacenti. La polizia pare privilegiare l’ipotesi della punizione per il mancato pagamento di una somma di denaro a un personaggio «di rispetto» del quartiere e non esclude un collegamento tra questo omicidio e un precedente fatto di sangue ambientato nella stessa zona.
Meno di un mese fa – era il 6 agosto – via Monte Rosa rappresentava lo scenario di un’altra missione di morte. Nel mirino dei killer Vincenzo Arciello, trent’anni, fedina penale immacolata, che per anni ha vissuto nel rione Don Guanella e poi si è trasferito in via Crisconio, a Ponticelli, dove ha ottenuto l’assegnazione di un alloggio popolare. Arciello è alla guida della Peugeot 206 intestata a un detenuto («Era in trattative per acquistarla», spiegheranno poi i familiari»). L’auto viene speronata da un’altra vettura: Vincenzo, dopo aver tolto le chiavi dal cruscotto – nel timore, forse, di ritrovarsi nella trappola di una banda di ladri – scende dalla macchina e si avvicina ai responsabili dell’incidente. Non sa che sta andando incontro a un tragico destino. Sei colpi di pistola, due lo colpiscono in pieno viso. Quando la polizia arriva sul luogo del delitto, il corpo di Arciello è a pochi metri dalla Peugeot, le chiavi strette nel pugno, sul selciato due telefonini cellullari che continuano a squillare senza sosta e un paio di occhiali da sole molto costosi. La segnalazione della sparatoria era arrivata al centralino del «118» da un anonimo informatore che chiedeva soccorso per un uomo colpito da malore.

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