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GIUGLIANO, BOMBA ECOLOGICA DIMENTICATA
Fusti tossici abbandonati sulla circumvallazione esterna

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GIUGLIANO. I rifiuti dimenticati. Nella discarica abusiva sequestrata a Giugliano il 17 agosto di un anno fa è rimasto tutto come prima. Oltre duecento fusti di rifiuti tossici bruciarono quel giorno sulla circumvallazione esterna, nelle campagne al confine con Qualiano. Intervennero i vigili del fuoco per spegnere l’incendio. Poi i tecnici del Comune. E poi l’Asl, l’Arpac, la polizia. «Subito partirà la bonifica», dissero dal Municipio. Ma a distanza di tredici mesi, i pesticidi, i fenoli, le vernici scaricate abusivamente a ridosso della tratta ferroviaria Napoli- Villa Literno sono ancora lì, in mezzo ai campi di frutteti e pini. Quei fusti arrugginiti, mezzi vuoti, con tracce dell’incendio appiccato nel tentativo di cancellarne le tracce, restano in piedi saldi e orgogliosi come un monumento. Loro sono i padroni di casa, i contadini si adattano alla convivenza con il più forte. «E’ rimasto tutto come un anno fa – spiega un agricoltore della zona – dissero che avrebbero rimosso i fusti in pochi giorni, e invece sono ancora tutti lì. A terra c’è pure il nastro adesivo utilizzato dai vigili urbani per recintare la zona».

La discarica abusiva è invisibile dalla circumvallazione esterna perché coperta da un vecchio cascinale abbandonato. E anche da vicino i bidoni saltano difficilmente all’occhio, tanta è l’erba che è cresciute attorno. I fusti sono completamente vuoti, i veleni contenuti all’interno si sono ormai riversati a terra. Preoccupa, poi, il colore delle sterpaglie: le erbacce oscillano tra il verde e il rosso. «Quel terreno è completamente inquinato – denuncia Tilde Adamo, presidente del Comitato Ponte Riccio e consigliera circoscrizionale di Lago Patria –. Al più presto deve partire la bonifica del terreno. I bidoni abbandonati sono un regalo ai criminali». Non usano mezzi termini gli ambientalisti che segnalarono lo sversatoio nell’agosto del 2003. «Quella discarica è una vergogna – dice Raffaele Del Giudice, responsabile del circolo territoriale di Legambiente -. Non è stato fatto nulla di quanto è stato promesso un anno fa. Eppure tutti conoscono la gravità della situazione. Ecco perché non ci stanchiamo di chiedere alla magistratura un’inchiesta a 360 gradi nell’area giuglianese. E’ necessaria un’indagine che analizzi nel dettaglio tutte le emergenze di questa zona: i fumi tossici, gli scarichi abusivi, l’emergenza Ponte Riccio e la questione cave».

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I rifiuti, nell’hinterland, sono l’industria trainante. Da almeno quindici anni. I camion arrivano di notte e trovano ad attenderli persone fidate, gente che conosce i siti più adatti per scaricare. Così una delle pianure campane in cui l´agricoltura ha più storia è stata trasformata in un gigantesco deposito di spazzatura. Secondo il rapporto Ecomafie 2004, questo è il «triangolo della monnezza»: qui, tra Qualiano, Giugliano e Villaricca, a venti chilometri da Napoli, comincia l´area che nel piano regolatore della camorra è stata assegnata alla sepoltura illecita dei rifiuti.


IL MATTINO 29 SETTEMBRE 2004

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