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venerdì, Aprile 26, 2024
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Giugliano. Intervista a Vincenzo Comunale vincitore del ‘Troisi Festival’ a Benevento

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Vincenzo Comunale , giovane attore cabarettista di Giugliano classe 1996, ieri è stato proclamato vincitore del “Troisi Festival” a Benevento. La manifestazione nazionale per attori comici ha visto primeggiare il 18enne nel solco della tradizione comica ispirata al mai dimenticato Massimo Troisi. La redazione di InterNapoli.it ha raggiunto il fresco vincitore per un’intervista a larghi tratti esilarante, come è appunto al comicità di Vincenzo, ma anche fatta di considerazioni profonde e positive di una giovane “eccellenza” del nostro comprensorio.

Bene Vincenzo, cominciamo col chiederti cosa hai provato alla proclamazione del vincitore del consorso intitolaro al grande Massimo Troisi?

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Bhe, questo è un premio veramente importantissimo, perchè intitolato ad un grande artista come Troisi, appunto, che personalmente reputo il mio mito. Già vincerlo una volta, l’anno scorso, è stata un’emozione straordinaria, poi quest’anno sono riuscito a ripetermi…sembrerò anche retorico ma non credo si possa descrivere a parole un’ emozione del genere. E’ stato “incredibile”, mi fermo qui.

Secondo te la comicità di Troisi, a distanza di 20 anni dalla sua morte, è ancora un punto di riferimento per gli attori del nuovo millennio?

Oggi il cabaret ha raggiunto dei livelli di condivisione e diffusione molto elevati e quando succede questo, purtroppo, spesso c’è un conseguente abbassamento del livello culturale. Assistiamo sempre più ad una comicità “urlata”, volgare e soprattutto fatta di tormentoni, frasi ripetute e comici con mille travestimenti e personaggi (molte trasmissioni televisive attualmente in voga ne sono la palese dimostrazione…). Purtroppo mi rendo conto che il pubblico si è anche abituato a questo tipo di comicità, che di certo si allontana dalla genuinità e dalla semplicità della comicità “troisiana” e dei grandi come Totò, Eduardo e Sordi. Tuttavia personalmente credo ancora nella capacità di giudizio delle persone e, da giovane comico che sta cercando di costruirsi uno stile comico che punti su tematiche e costruzioni un pò più impegnative senza essere volgare, ho fiducia nel futuro. C’è ancora chi guarda a Troisi come modello e spero che questo avvenga sempre più spesso. E’ quella la vera arte del “far ridere” (…ed emozionare!).

Parlaci un po’ di te, della tua esperienza teatrale e formativa

Ho 18 anni e, che io sappia, dovrei essere tra i più giovani (se non proprio il più giovane) monologhista comico in Italia. Ho iniziato molto presto: a 12 anni. Ora sono autore dei testi che interpreto. Per quanto riguarda la mia formazione ho frequentato diverse accademie teatrali, come la “Madrearte”, e laboratori di cabaret come “Officina dei comici” e “KomiKamente” di Michele Caputo al Teatro Diana (di cui faccio ancora parte e che è diventata la mia seconda famiglia). Ho partecipato a 6 festival Nazionali di cabaret, dei quali ne ho vinti 5. Non potevo chiedere di meglio, anche se un pò mi dispiace…di solito si dice “genio incompreso”…se mi danno sti premi continuamente significa che mi capiscono e quindi nu’ poco mi preoccupo.

Nell’ambiente del cabaret sei considerato uno dei giovani comici più promettenti, quali sono ora i tuoi progetti per il futuro?

Attualmente sono in onda come monologhista comico sul canale 17 del digitale terrestre, “Piùenne” con la trasmissione “KomiKamente” condotta da Michele Caputo e Benedetta Valanzano, ogni giovedì alle 21:10. Poi sto studiando cinema a Roma e mi piacerebbe realizzare alcuni progetti che ho già in mente come sceneggiatore, regista ed attore…una cosa per volta, ci proviamo. Se invece dovessi guardare ad un futuro molto lontano…mi piacerebbe diventare o Papa o Presidente della Repubblica (tranquillo Francè, sto scherzando!)

Concludiamo con un riferimento alla tua città Giugliano, come pensi si possa rilanciare la cultura per i giovani nel nostro comprensorio?
Hai tirato in ballo una gran bella questione. Ci tengo spesso a ribadire che sono Napoletano e che, appunto, vivo a Giugliano (anche se studiando a Roma adesso sto lì). Penso che la nostra città, Napoli e tutte le province, dovrebbero essere citate non solo per questioni riguardanti la cronaca o, consentitemi il francesismo, “a munnezz”, ma anche e sopratutto per la grande cultura che c’era ed ancora c’è nelle nostre zone. Abbiamo un patrimonio culturale straordinario e bisognerebbe in primis effettuare un’operazione di rieducazione dei giovani, renderli maggiormente consapevoli dei loro predecessori, della storia che si respira (..oltre alla diossina) nei luoghi in cui vivono. E’ assurdo pensare che ci siano ragazzi napoletani che non hanno mai visto un film di Troisi o una commedia di Eduardo; se noi per primi non ci ispiriamo e non ci informiamo sui grandi che ci hanno preceduto…chi altri lo farà? Quindi la colpa è soprattutto nostra. Spero che si riesca, pian piano, a capire che la soluzione non sta tanto nel cercare di seguire la moda del momento, quanto nell’attingere dallo spirito autentico dell’arte e della tradizione, che a Napoli è veramente ricchissima, e realizzare, su quella base, qualcosa di originale e moderno.

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