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domenica, Aprile 28, 2024
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DA FRANCOFORTE ARRIVANO LE CINESI
L’avanzata dell’Oriente al salone dell’auto

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INTERNAPOLI. Un salone che lascerà il segno quello di Francoforte e questo, non solo per le molteplici novità presenti in esso, ma soprattutto per la massiccia presenza di espositori cinesi. Cominciamo con una breve analisi della Geely, il suo stand appare il più chiassoso (con tamburi e abiti sgargianti). Tutte le auto cinesi hanno al salone le portiere chiuse. Ma dai finestrini si notano rivestimenti spartani ed essenziali (ecco perché le portiere chiuse). La gamma si apre con tinte vistose e cerchi lucidissimi per l’utilitaria HQ disponibile in versione due volumi, due volumi e mezzo e station con motori 1.0 1.3 benzina e un look inconfondibilmente anni ‘80. Con una coda leggermente più gradevole invece, la MR simile nelle dimensioni e con uno stile che ricorda vagamente la Kalos. Il livello sale con la CK che rappresenta diligentemente il tema della berlina moderna con motori 1.3, 1.5 e 1.6 . Ma la vera punta di diamante della famiglia è un’altra tre volumi, la Marindo 1.5. Con 444 cm ed una linea che ricorda la Citroën ZX è offerta con il marchio Maple e con una variante a cinque porte chiamata Hisoon. Chiudono il gruppo il pick-up PU e la BL, un’avveniristica coupé con delle prese d’aria anteriori che ricordano le narici di un drago. Tutt’altra storia allo stand della Euromotors, importatore per l’Europa della Brilliance Zhonghua. Berlina con un muso piacevole e un posteriore tipicamente orientale. Una plancia realizzata con materiali di buona qualità e spazio a volontà a bordo di questa economica supercar. Infatti è il prezzo da discount ad essere la filosofia della Zhonghua. Si pensi che la versione top di gamma (la 2.4 automatica) non supera i 20.000 euro. Quella dei prezzi stracciati è anche la politica della Landwind che propone una fuoristrada per 15.000 euro (2 litri benzina). C’è da dire in questo caso però che le caratteristiche costruttive non sono delle migliori, come rivela il Crash test realizzato dall’Adac. Deludenti anche gli interni, con plastiche assemblate in modo approssimativo. A questo punto pare lecito chiedersi se ci sia da temere per un’imminente invasione da parte delle auto cinesi. Bhè, Brilliance a parte, ci sembra di poter stare ancora tranquilli. Le altre vetture infatti sembrano lontane dagli standard occidentali. Le case costruttrici europee hanno quindi il tempo di preparare le difese sul fronte orientale.

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