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giovedì, Maggio 2, 2024
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Tremonti e Visco ai ferri corti. Scontro sul flop di Irpef e Irpeg

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Il ministro dell’Economia: “E’ colpa dei passati governi”
Visco ribatte: “Tremonti è alla frutta”
All’erario mancano 5 miliardi di euro. Cisl e Uil preoccupate
E secondo il Fmi, nel 2002, il Pil crescerà solo dell’1 per cento
ROMA – Le casse dell’erario piangono e si riaccende, puntuale, lo scontro tra il ministro dell’Economia Tremonti e il suo predecessore Visco. “Dare la colpa al precedente governo – dice l’esponente diessino – è inutile, bambinesco, e infantile. Ma Tremonti insiste: “E’ questo il sistema che ci ha lasciato l’Ulivo, favori ai grandi gruppi e niente per le piccole e medie imprese e per i comuni cittadini”.
I dati resi noti ieri dal ministero hanno detto che nei primi sei mesi dell’anno l’autotassazione ha fatto flop, perché da Irpef e Irpeg, rispetto alle previsioni, mancano più di cinque miliardi di euro. Una frenata che via XX settembre ha subito attribuito a “ragioni tecniche” e, soprattutto, ai “favori fatti dai governi di centrosinistra alle grandi imprese”. La colpa, per Tremonti e C., è di “Dit” (Dual incom tax) e “SuperDit”, agevolazioni fiscali per le imprese entrate in vigore ai tempi dell’Ulivo. La risposta di Visco, che a suo tempo varò i provvedimenti, non si è fatta attendere: “Tremonti comincia a farmi pena”.
Ma è stato soltanto l’anticipo. Come a inizio legislatura, ai tempi del famoso “buco” da 25.000 miliardi (allora di lire) annunciato da Tremonti in tv, ministro ed ex ministro ci hanno dormito su e hanno ricominciato a darsele di santa ragione.
“La verità – dice Visco – è che la crescita di cui parla il governo non c’è, e che è ricominciata una robusta evasione fiscale”. La spiegazione, per Visco, è semplice: “Del resto è andato al governo il partito degli evasori”.
Apriti cielo. “Ecco il paese che abbiamo trovato” replica Tremonti, secondo il quale la prova dei “favori” dell’Ulivo alle grandi imprese è nell’autoliquidazione (cioé l’autotassazione delle imprese) zero di colossi come l’Eni. “Per l’Eni è stato un anno record, eppure non ha versato nulla”. “Per questo – conclude il ministro – chi ha malgovernato (cioè Visco) stia zitto e si vergogni”.
Invece per Visco “Scaricare la colpa sui passati governi è infantile e bambinesco”, e nel merito, ricorda che “era tutto ampiamente preventivato: l’Eni e tutte le grandi imprese scontano i contraccolpi dell’economia”. Infine l’affondo: “La verità – conclude l’ex ministro – è che Tremonti è alla frutta”.
Se il duello verbale promette altri colpi proibiti, restano i numeri, nudi e crudi, a dire che il piatto piange. Dopo la diffusione dei dati sull’autotassazione Cisl e Uil temono che la promessa riduzione delle tasse prevista dal Patto per il lavoro vada a farsi benedire. Peggio: Pezzotta e Angeletti adesso temono che per sistemare i conti pubblici si preparino altri tagli alla spesa sociale”.
Sospetto che rischia di trovare più di un fondamento se saranno confermate le previsioni che proprio oggi il Fondo monetario internazionale ha fatto per la crescita del Pil nel 2002. Secondo il Fmi quest’anno l’economia italiana crescerà solo dell’1%, a fronte dell’1,3% previsto dal governo nel Documento di programmazione economica e finanziaria. E per il 2003 non c’è lo stesso da stare allegri. Il governo prevede una crescita del 2,9%, ma gli analisti del Fondo monetario non si spingono oltre un 2,3%. Numeri che per Berlusconi e il suo ministro dell’Economia rischiano di diventare i “fichi secchi” sulla strada delle riforme.

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