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sabato, Aprile 27, 2024
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PREGIUDICATO LITIGA CON I POLIZIOTTI, POI MUORE D’INFARTO

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GIUGLIANO – Minaccia una ragazza, aggredisce i poliziotti che accorrono in suo aiuto e poi muore d’infarto. Protagonista della vicenda Vittorio Di Dona, pregiudicato 31enne di Teverola, nel Casertano. E’ accaduto ieri mattina in via Ripuaria a Varcaturo, un lembo di terra che s’allunga verso il mare lasciandosi alle spalle quel cumulo di cemento chiamato Giugliano, uno dei tanti paesoni alla periferia nord- ovest di Napoli.

Di Dona è sotto gli effetti devastanti della cocaina quando aggredisce la giovane, forse una prostituta slava. La donna cerca aiuto, urla in preda alla disperazione mista ad un senso di impotenza; poi finalmente trova rifugio in un palazzo di una traversa, viale Case Sante. E’ impaurita ma ha la forza di chiedere aiuto. Telefona alla polizia e in breve arriva una volante del Commissariato di Giugliano, agli ordini del vicequestore Alberto Francini. Gli agenti fermano l’uomo alle 10.50 a bordo della sua Mercedes, chiedono patente e libretto di circolazione. Il 31enne, di grossa statura, va in escandescenza: inizia ad alzare la voce, strepita. Poi aggredisce gli agenti. Una resistenza violenta, una furia selvaggia ed incontrollabile. Una reazione che coglie di sorpresa i due poliziotti. Pochi minuti ed arrivano i rinforzi, assieme ad un’autoambulanza del 118. Dopo una breve colluttazione, l’uomo viene bloccato. Non c’è verso però di tranquillizzarlo: la droga gli ha già offuscato i sensi. Delira, vaneggia: è fuori di sé. I medici gli iniettano un calmante, il Valium. Di Dona si accascia a terra colto da infarto. I sanitari riescono a rianimarlo grazie all’uso di un defibrillatore. Parte poi la corsa verso l’ospedale La Schiana di Pozzuoli. Sono all’incirca le 12.10 quando il 31enne viene colto da un altro infarto. Questa volta non c’è verso di strapparlo alla morte: spira prima di arrivare nel reparto di rianimazione. Di Dona ha alle spalle un curriculum poco invidiabile: spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione. In ospedale arrivano anche i parenti e gli amici del defunto da San Marcellino, sempre in provincia di Caserta, dove l’uomo viveva con la famiglia. “Assassini, assassini, l’avete ucciso” urlano i familiari ai medici, annunciando la volontà di ricorrere alle vie legali. I sanitari sono costretti a chiamare le forze dell’ordine e ad allontanarli.

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La salma è stata trasferita al centro Ipogeo di Poggioreale, dove sarà sottoposta all’esame autoptico. Per ora sembrano esserci pochi dubbi: il pregiudicato è stato stroncato da un’overdose. Per i familiari l’incertezza resta: è stato forse l’effetto del sedativo a far precipitare le sue condizioni fisiche? Una domanda alla quale, per il momento, è troppo presto rispondere. Soltanto l’autopsia, disposta per i prossimi giorni dall’autorità giudiziaria, potrà sciogliere ogni dubbio.

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