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venerdì, Aprile 26, 2024
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«Ha venduto il suo amico agli Scissionisti». Castello attirato in trappola e sparato in testa

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Andrea Castello, il cui cadavere fu ritrovato sotto un cavalcavia di Casandrino, fu ammazzato al posto di un altro esponente di spicco della costola ‘maranese’ degli Amato-Pagano. Il particolare è stato riferito agli inquirenti da Antonio Accurso, l’ex ras della ‘Vanella Grassi”, all’epoca dei fatti, alleato della cosca di Melito.
Il collaboratore, infatti, ha spiegato che dopo la scomparsa di Antonio Ruggiero, “ammazzato il giorno prima da Francesco Paolo Russo che, poi, ne aveva fatto sparire il corpo”, i killer si aspettavano che gli uomini di Riccio inviassero qualcuno a ‘investigare’. ‘ ‘ La mattina dopo l’omicidio del ‘Chiattone ‘ – ha spiegato Accurso – loro si aspettavano l’arrivo a Melito di ‘Tonino il rosso ‘, che era il loro altro obiettivo. Auspicavano ciò ritenendo che i ‘maranesi ‘ non vedendo rientrare a casa ‘Tonino il chiattone ‘, preoccupati, avrebbero mandato un uomo importante del gruppo come ‘Tonino il rosso ‘. Invece si presentò un giovane il cui corpo, poi, è stato trovato sotto il ponte di Casandrino”.
Il collaboratore ha, poi, riferito quanto appreso sulla morte di Castello. Mi raccontarono che tale omicidio era stato un ‘casino’ perché giunto il giovane a Melito aveva visto che il ‘Gemello ‘ era armato, per cui lo hanno imbracato e messo in macchina e che le donne sul posto gridavano – riporta Cronache di Napoli – Poi avevano portato il giovane con l’auto sotto il ponte di Casandrino, lo avevano poggiato al muro, non so se lo avevano ucciso prima o sotto il ponte”.
Accurso, inoltre, indica che, nell’occasione fu ferita anche un’altra persona, identificata, in seguito, in Emanuele De Stefano. Il ragazzo che era in compagnia di Castello e di Cástrese Ruggiero che, invece riusci a fuggire, fu colpito alla testa con il calcio della pistola. Tuttavia, De Stefano, nonostante fosse in balia dei ‘melitesi’ non fu ammazzato ma, anzi, fu curato presso l’abitazione di uno dei sodali e, successivamente, affiliato al gruppo guidato da Napoleone, Russo e Amirante. Il racconto è stato confermato anche da Paolo Caiazza che, sulla mancata eliminazione di De Stefano ha riferito: “Castello resosi conto che volevano ucciderli lo dice al De Stefano il quale gli risponde ‘vogliono ucciderti’ e scappa via a piedi… Quando è scappato il De Stefano, Rosica lo ha abbracciato e ha gridato di non toccarlo perché era con loro ma Amirante Claudio non capì subito la situazione e lo colpì alla testa con il calcio della pistola”.
Secondo il collaboratore, quindi. De Stefano era già passato dalla parte dei ‘melitesi’. Castello fu attirato in trappola. La vittima, però, non morì subito ma, secondo Caiazza, fu solamente ferita e, poi, ‘finita’ in un garage poco distante. Il cadavere, quindi, fu portato a Casandrino e abbandonato sotto il ponte.

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