18.1 C
Napoli
giovedì, Maggio 2, 2024
PUBBLICITÀ

Corpo carbonizzato in un’auto a Villa Literno , è un pregiudicato di Marano

PUBBLICITÀ

MARANO – Potrebbe essere stato addirittura bruciato vivo l’uomo ritrovato carbonizzato nella mattinata di ieri nelle campagne di Villa Literno, a pochi passi dalla provincia di Napoli. E napoletana potrebbe essere la vittima di quella che, a prima vista, si presenta come un’esecuzione camorristica in piena regola. La vettura, una Wolksvagen Golf, all’interno della quale è stato rinvenuto il corpo carbonizzato, appartiene, infatti, ad una persona vicina ad un pregiudicato del clan Nuvoletta di Marano che manca da casa dalla sera di lunedì. Troppe coincidenze per non portare ad ipotizzare l’appartenenza del corpo al malvivente che manca all’appello, unica persona scomparsa in questa zona del litorale domitio a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. Difficile, comunque l’identificazione per la quale potrebbe essere necessario il ricorso all’esame del dna, come già avvenuto in altri casi simili proprio a Villa Literno.
Nella mattinata di ieri è giunta al 113 una telefonata di un contadino che, mentre si stava recando nel proprio podere, ha notato, ai bordi di una strada interpoderale, una vettura completamente bruciata con a bordo il cadavere, o meglio quello che restava, di un uomo carbonizzato.
Immediatamente giungevano sul posto gli agenti del commissariato di Aversa e i carabinieri della compagnia di Casal di Principe che avviavano le prime indagini per questo omicidio che si presenta con il classico rituale dell’esecuzione camorristica in voga in queste zone dove spesso, in senso di spregio, i cadaveri delle vittime vengono dati alle fiamme non solo per cancellare possibili tracce che potessero portare agli esecutori.
Grazie al numero di telaio della Golf, gli agenti del commissariato aversano riuscivano a risalire alla targa ed al proprietario che risultava essere un familiare del pregiudicato, a sua volta scomparso la sera precedente senza lasciare alcun avviso ai congiunti.
Difficile, comunque, l’identificazione di quanto rimasto bruciato in quella vettura. Un grosso moncone senza forme l’hanno definito gli investigatori secondo i quali per l’identificazione potrebbe essere necessario l’esame del dna. Nessuna certezza nemmeno in merito alle modalità dell’agguato. Ad un primo esame esterno del cadavere, infatti, non si è riusciti a stabilire se vi sono ferite dovute a colpi d’arma da fuoco o ad armi da taglio. Al momento, quindi, prima che sia effettuata l’autopsia, ogni ipotesi è possibile, da quella secondo cui l’uomo possa essere stato ucciso in un altro posto, dove potrebbe essere stato attirato con l’inganno di un appuntamento chiarificatore, e poi trasportato sul luogo del ritrovamento, dove è stato dato alle fiamme insieme alla vettura, a quella secondo cui il pregiudicato possa essere stato dato alle fiamme mentre era ancora vivo. Un’ipotesi, quest’ultima che, se accertata, darebbe colori foschi ed agghiaccianti all’intera vicenda.


NICOLA ROSSELLI- Il Mattino 13 novembre 2002

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Blitz nel ristorante in provincia di Napoli, sequestrati 100 chili di frutti di mare e cibo scaduto

I militari del nucleo carabinieri forestale di Roccarainola, congiuntamente a personale Asl na 3 sud, in Cimitile alla via...

Nella stessa categoria