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sabato, Aprile 27, 2024
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A Napoli la centrale del ‘pezzotto’ mondiale di Sky e Dazn: tutti i nomi dei partenopei coinvolti

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Partite di Seria A, le coppe europee, e poi film, serie tv. Tutto «offerto» agli utenti attraverso un’unica piattaforma pirata a 12 euro al mese. Così un’organizzazione internazionale, finita sotto la lente della procura di Napoli e di Eurojust, a partire dal 2015 ha frodato il sistema dei pay tv attraverso il cosiddetto «pezzotto», ottenendo ricavi per 60 milioni di euro l’anno. Quando stamattina la Guardia di Finanza ha staccato la spina alla diffusissima piattaforma streaming Xstream Codes, in un maxi-blitz messo a segno anche dalla Polizia contro le iptv illegali, 700mila utenti si trovavano online. Ma sono 5 milioni i potenziali clienti. Anche loro rischiano guai con la giustizia – multe fino a 25mila euro al mese e la reclusione da sei mesi a 3 anni- visto che gli investigatori, come ha spiega il colonnello Giovanni Reccia, comandante del nucleo speciale tutela della privacy e frode tecnologica, intendono risalire agli «abbonati» attraverso la traccia ip, l’indirizzo dell’apparecchio collegato a internet, e le carte con cui sono stati effettuati i pagamenti.

L’indagine diretta dal procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, e coordinata dall’aggiunto, Vincenzo Piscitelli riguarda 25 soggetti, tra cui due greci. Uno di loro, Christos Papaoikonomu, ritenuto l’inventore e il gestore della piattaforma è stato arrestato a Salonicco dalla Gdf e dalla polizia greca: aveva con sé 110mila euro in contanti.

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​I membri dell’organizzazione, secondo quanto ricostruito dall’indagine, predisponevano e gestivano all’estero gli spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano il segnale dei Sky, Dazn, Netflix. Una fitta rete commerciali, con basi in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, acquisiva illegalmente i pacchetti di contenuti e li rivendeva. Sono otto gli ordini europei di indagine eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie. Nei confronti degli indagati il gip di Napoli ha emesso un decreto di sequestro preventivo di account paypal, carte di debito e conti corrente. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di Iptv con la circostanza aggravata del reato trasnazionale.

Nell’ordinanza il gip sottolinea che è stato rinvenuto «un sofisticato sistema organizzato di frode finalizzato alla captazione e diffusione di prodotti destinati alla Tv a pagamento, con notevole danno ai titolari dei diritti ed evidente frustrazione del libero mercato».

In base alle stime del Codacons, «la forte diffusione di piattaforme che consentono di vedere gratuitamente le pay-tv, ha effetti fino al +10% sui prezzi degli abbonamenti televisivi, a discapito di tutti gli utenti che in modo regolare acquistano pacchetti legati alle tv a pagamento», motivo per cui «oltre a rappresentare una forma di illegalità, la pirateria porta ad un ingiusto incremento delle tariffe a carico di chi si abbona in modo regolare alle tv a pagamento».

L’inchiesta

La più grossa operazione di polizia mai condotta di contrasto al fenomeno delle tv pirata (IPTV) ha portato ieri ad oscurare oltre 700mila utenti. L’obiettivo di Eclissi, grazie anche alle agenzie Eurojust ed Europol, è quello di smantellare ed oscurare il fenomeno delle IPTV, sistema che, convertendo il segnale analogico della pay-tv, lo trasforma illegalmente in segnale web-digitale.

Pezzotto Sky

Le Iptv possono contare soltanto in Italia oltre 5.000.000 di utenti con un volume di affari di oltre 2 milioni di euro al mese. La pirateria è dunque stata sconfitta? Difficile dirlo adesso, ma la strada per debellare definitivamente questo fenomeno illegale appare ancora lunga. Con l’operazione di ieri sono, infatti, saltati i programmi ‘live’, ovvero tutto ciò che le pay tv (come Sky o anche Dazn) trasmettono in tempo reale. Quindi stop principalmente ad eventi sportivi (meglio noti come Pezzotto Sky) e trasmissioni in diretta, ma restano ancora a galla i programmi on demand. Film, serie Tv ed intrattenimenti sono ancora fruibili sulle piattaforme private, nonostante la grossa operazione di ieri.

E’ probabile però che le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie Autorità giudiziarie anche di Francia, Italia, Paesi Bassi, Germania, Bulgaria e Grecia possano ora concentrarsi su questa specifica problematica, tenendo d’occhio sempre il mercato parallelo degli eventi in diretta.

I napoletani coinvolti

Gli altri napoletani e campani coinvolti nell’inchiesta sono Gianluca Menditto, al quale secondo il gip ” sarebbero riconducibili addirittura ben 695 abbonamenti” e che ha un ruolo di primo piano pure lui; Maurizio Destradis , alias ‘diablo’, Stefano Sottile, alias zetasever/tulipanonero; Domenico Bonanno, alias ‘visitorsat’, Antonino Osca Bonin ‘Vanescar’; Patrizio Danza ‘Proff’, Vito De Marco ‘Ulisse’, di Luigi Marrano ‘Naccaro’; Fabrizio Chitano ‘Belzebù’; Pasquale Greco ‘sbudi’;  Roberto Sanfilippo ‘Sanrob’; Luigi Provitera  ‘Evolution team’,  Nicky Mangion ‘Megaloman’; Giuseppe Lazzara ‘Gaetano’; Giuseppe Pellegrino ‘ team r1no’ e Alfio De Clò ‘ alfaromeo 56′.

 

 

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