E’ stata un’intervista piena di spunti e novità quella che Alessandro Siani ha rilasciato nel corso della trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio. Siani ha presentato il libro ‘Napolitudine’, scritto con Luciano De Crescenzo. Il comico ha spiegato perché ha scelto di chiamarsi come cognome d’arte Siani e non Esposito, suo vero cognome: “In realtà io mi chiamo Esposito Ma Esposito è un cognome troppo comune. Una volta mi trovai a fare uno spettacolo da giovane e sul cartellone eravamo tutti Esposito. Praticamente era nu stato ‘e famiglia. Per cui decidessi di cambiarlo con una scelta importante”. Siani infatti fu scelto per ricordare il giornalista assassinato dalla camorra Giancarlo Siani.
Alessandro Siani ospite di Fabio Fazio a Che tempo
Siani ha spiegato il titolo del libro “Napolitudine”. “E’ l’unione tra Napoli e latitudine, è una sorta di nostalgia, come per i portoghesi la saudade, può succedere anche di averla mentre si vive a Napoli”. “La napolitudine è un tipo di nostalgia inspiegabile, perché a me Napoli manca sempre, persino quando sono lì. Io la napolitudine la sento sempre, anche mentre passeggio tra le bancarelle di San Gregorio Armeno e sfioro i pastori creati dai maestri artigiani.
Mi si arrampica sulle papille gustative, stuzzicate dal profumo delle sfogliatelle appena sfornate. Mi accompagna come l’ammuina dei vicoli, che ritrovo immutata nel tempo, o come il profilo del Vesuvio, un paesaggio unico al mondo. Insomma, questa nostalgia avvolge tutti i miei sensi e mi agguanta lo stomaco come una mano fatta di tufo, la materia vulcanica nata dalla concentrazione di lava, pomici, cenere e lapilli, su cui è costruita l’intera città.” I portoghesi la chiamano saudade, il popolo partenopeo napolitudine, ma il sentimento è lo stesso, la malinconia, o più semplicemente quella smania ‘e turnà che attanaglia tutti coloro i quali, napoletani e non, sono costretti per un motivo o per un altro ad allontanarsi dalla tanto amata Napoli.
Lo sanno bene Luciano De Crescenzo e Alessandro Siani, due napoletani doc, che di questo sentimento sono vittime. E così si incontrano tra le pagine di un libro e in veste di moderni pensatori si divertono e si confrontano sulla Napoli di ieri e di oggi, osservandola con l’occhio amorevole di chi è consapevole sì delle sue eccellenze, ma anche delle molteplici contraddizioni.